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Le città del Vino

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Alcune tra le città più importanti della Penisola per quanto riguarda la produzione di vini.

Alba: capitale economica delle langhe e del buon vino in cui ogni anno nella seconda metà di aprile si tiene un’importante manifestazione chiamata Vinum dedicata particolarmente all’annata di vino già destinata al consumo; i vini possono essere degustati oppure acquistati.
Asti: indiscussa capitale dello Spumante e della Barbera è famosa per il Duja d’Or che si svolge nella prima metà di settembre, un concorso enologico nazionale per vini DOC con degustazioni e vendita di prodotti.
Barbaresco: dà il nome ad uno dei vini italiani più famosi al mondo e possiede circa la metà dei terreni che lo producono. Il territorio è caratterizzato da filari che lo ricoprono quasi completamente e all’interno del Comune ha sede l’enoteca regionale del Barbaresco, all’interno della quale è possibile , oltre degustare i vini di una settantina di aziende.
Bardolino: importante centro turistico famoso sia per l’omonimo vino che per il suo pregiato olio di oliva. L’ulivo e la vite hanno infatti caratterizzato fortemente sia l’economia sia l’aspetto delle campagne.
Barolo: prende il nome dal castello dove la Marchesa Faletti inventò il celeberrimo vino e che, acquistato dal Comune nel 1971, oggi ospita l’enoteca regionale del Barolo gestita dagli undici comuni che lo producono. Ogni anno nella prima settimana di maggio viene presentata la nuova annata del Barolo, mentre la seconda settimana di settembre è interamente dedicata Barolo con serate gastronomiche ed un’esibizione di “madonnari del vino” che disegnano le strade del paese. A S. Martino c’è invece la degustazione del Barolo appena svinato.
Greve in Chianti: è posta quasi a metà strada tra Firenze e Siena, patria del Chianti.
Montalcino: Dà il nome al suo prodotto più pregiato, il Brunello di Montalcino, divenuto negli ultimi decenni il simbolo dell’alta enologia toscana ed italiana.
Montepulciano: Fondato in epoca romana il paese conserva intatto il suo centro storico con monumenti, palazzi e chiese che costituiscono un importante patrimonio culturale. Ma non solo arte poiché la sua fama è da sempre legata al suo prodotto più ricercato, il vino Nobile, il primo vino ad ottenere la DOCG.
Scansano: Patria del Morellino, un vino prodotto maggiormente con uve Sangiovese, di colore rosso rubino, da molti paragonato addirittura al Brunello.
Valdobbiadene: Patria del Prosecco, diventato il secondo spumante italiano dopo l’Asti, è famosa anche per la Mostra Nazionale dello Spumante che si tiene a metà settembre.
Vi invitiamo alla visione del sito dell'associazione nazionale Città del Vino, poichè lo riteniamo punto di riferimento di tutto il settore vinicolo, oltre che fonte di informazioni dettagliate.  http://www.cittadelvino.it/
 ( visionabili e scaricabili migliaia di DISCIPLINARI DI PRODUZIONE VARIE TIPOLOGIE DI VINI DI TUTTA ITALIA.)

Era il 21 marzo 1987 quando 39 sindaci si riunirono a Siena per dar vita all’Associazione Nazionale Città del Vino. Erano i sindaci e gli amministratori di Alba, Asti, Barbaresco, Barile, Barolo, Buonconvento, Canale, Carema, Carmignano, Castagneto Carducci, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Diano d’Alba, Dogliani, Dozza, Firenze, Frascati, Gaiole in Chianti, Gattinara, Greve in Chianti, Jesi, La Morra, Marino, Melissa, Monforte, Montalcino, Montecarotto, Montefalco, Montescudaio, Neive, Nizza Monferrato, Ovada, Pramaggiore, Radda in Chianti, Rufina, San Severo, Siena, Treiso d’Alba e Zagarolo. Da nord a sud, piccoli e grandi comuni, città già note nel firmamento enologico e città ancora in ombra; dunque già allora era un campione fedelmente rappresentativo di quel ricco mosaico che è il vigneto Italia.

Le Città del Vino confermano ancora oggi la bontà di quella intuizione, idea nata dopo i giorni dello scandalo del vino al metanolo che proprio l’anno precedente, il 1986, gettava nella disperazione un sistema socio economico basato sul vino, causando persino 19 vittime ed alcune infermità permanenti.

Il “rinascimento” del vino italiano è partito idealmente proprio da quell’evento negativo; uno scandalo che rappresentò uno dei motivi principali che spinsero quel gruppo di sindaci a far nascere le Città del Vino, intuendo che l’operazione che andava fatta – di carattere culturale, oltre che di marketing – era quella di rendere sempre più forte il rapporto tra vino e territorio, un rapporto che rappresenta ancora oggi l’unicità del vino italiano, la sua originalità assoluta.

Nel 1998, sulla spinta del rinnovato interesse per la qualità del territorio intesa come risorsa per le comunità locali, l’Associazione ha prodotto il Piano Regolatore delle Città del Vino che fissò allora due concetti importanti validi ancora oggi: il vigneto è parte fondamentale del paesaggio e così tutte le aree agricole interessate e la sua tutela è strategica per la qualità del territorio e pertanto va programmata nell’azione amministrativa; lo sviluppo locale non può che derivare da una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato fatta di scelte condivise.

L’obiettivo dell’Associazione è quello di aiutare i Comuni (con il diretto coinvolgimento di Ci.Vin srl, sua società di servizi) a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Un esempio concreto è l'impegno per lo sviluppo del turismo del vino, che coniuga qualità dei paesaggi e ambienti ben conservati, qualità del vino e dei prodotti tipici, qualità dell'offerta diffusa nel territorio ad opera delle cantine e degli operatori del settore. 

Il turismo rurale nelle Città del Vino è in crescita costante. Con oltre 3 miliardi di euro di fatturato stimati e circa 5 milioni di enoturisti (secondo i rapporti annuali dell’Osservatorio sul turismo del vino), l'enoturismo si pone al centro delle politiche di crescita locale. È questa una forma di turismo di esperienza che privilegia la sostenibilità, l’incontro con il territorio, e la conoscenza diretta dei suoi protagonisti: i vignaioli e la gente che qui lavora e vive.
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