È quanto emerge da fonti di governo al termine della cabina di regia sul Covid a Palazzo Chigi. L'ipotesi, dunque, è di procedere con le riaperture prima della ventilata data del 3 maggio per i ristoranti, ma solo all'aperto.
Coprifuoco resta alle 22
A quanto si apprende da fonti di governo, la cabina di regia avrebbe valutato, nel piano delle riaperture previste, di mantenere il coprifuoco fino alle 22, come attualmente in vigore.
«Se noi prevediamo una gradualità nelle riaperture si può ipotizzare di tenere il coprifuoco fino alle 22 per un periodo per poi ampliare i termini - ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a SkyTg24 parlando della proposta avanzata dalle Regioni al governo -. Penso però che la cosa importante sia quella di iniziare a dare una prospettiva».
Dal 26 aprile dovrebbero tornare le zone gialle, con un «giallo rafforzato» e l'apertura di tutte le attività di ristorazione, sport e spettacolo nelle aree a basso contagio da Covid, ma solo all'aperto. È quanto si apprende da fonti di governo al termine della cabina di regia a Palazzo Chigi.
Spiagge e piscine all'aperto dal 15 maggio, palestre dal 1 giugno
Gli stabilimenti balneari e le piscine all'aperto, invece, dovrebbero riaprire il 15 maggio e il primo giugno dovrebbero riaprire al chiuso anche le palestre. È quanto si apprende da fonti di governo, all'esito della cabina di regia sul Covid di questa mattina.
Riaprono tutte le scuole tranne quelle in zona rossa
Dal 26 aprile dovrebbero riaprire in presenza tutte le scuole, anche le superiori, tranne che nelle zone rosse. È quanto si apprende da fonti di governo al termine della cabina di regia sul Covid a Palazzo Chigi. Dovrebbero tornare in presenza anche le università.
Zaia: «Due metri di distanza in ristorante vuol dire tenerli chiusi»
Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, ipotizzare «due metri di distanza nei ristoranti vuol dire, di fatto, voler che rimangano chiusi». Zaia spiega che con il governo «sta lavorando sulle prossime aperture. Sono intervenuto su questo tema - rileva - e ritengo che una soluzione sarà trovata». «Vedremo - aggiunge - come si esprimerà il Cts». «Se si aprirà lo stadio per l'incontro di calcio Italia-Turchia a giugno, allora si affronti anche il tema delle aperture, almeno delle attività delle aree all'aria aperta». Sulle possibili aperture avverte che «non vuol dire liberi tutti. Il rischio è sempre dietro all'angolo. Ci sarà un continuo monitoraggio della situazione - conclude - e questo comporterà una classificazione delle diverse regioni».
«Non vedo posizioni fondamentaliste del premier Draghi - osserva Zaia - . Partendo dal presupposto che la salute dei cittadini viene prima di tutto, c'è da sottolineare che c'è un'emergenza economica che deve essere affrontata. Spero che il Governo, al suo interno, alla luce di tutto quello che è il quadro sanitario, le proposte delle Regioni, prendano una decisione rispetto al 'tagliandò». «Il decreto scade il 30 aprile - spiega - e quindi qualcosa di nuovo ci deve essere dal primo maggio . E la vedo dura ripresentare l'attuale decreto con zone arancioni, gialle e rosse. Non faccio né il 'chiusuristà né 'l'aperturistà : guardo solo in faccia alla realtà. Ci sono però - conclude - ancora 10 giorni al 30 aprile che segna la scadenza del decreto».
Sardegna ancora in zona rossa
La Sardegna entra per la seconda settimana in zona rossa. Un passaggio fissato per legge dopo la retrocessione di lunedì scorso: le regole infatti obbligano il mantenimento dello stesso colore per due settimane. L'Isola segna un altro primato negativo: ha l'Rt puntuale più alto d'Italia, a 1.38, e potrebbe anche peggiorare in serata con i dati definitivi. Segue la Valle d'Aosta con 1.26. Il quadro emerge dalla bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute relativo al 5-11 aprile, ora all'esame della cabina di regia e poi del comitato tecnico scientifico a supporto delle decisioni del ministro della Salute Roberto Speranza che firmerà le ordinanze.
Sul fronte dei contagi, si registrano 1.635 nuovi casi nella settimana 5-11 aprile con una incidenza di 102 casi ogni 100mila abitanti, ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il ritorno in zona gialla (ora abolita) o bianca, di cui la Sardegna ha beneficiato, unica in Italia, per 3 settimane. La pressione negli ospeali si mantiene sotto la soglia critica: secondo il report di Agenas aggiornato a ieri, i posti letto in terapia intensiva toccano il 26% di occupazione, il 22% invece quelli in area medica. Il totale degli indciatori emersi dalla bozza, danno per l'Isola una classificazione di rischio moderato.
Campania zona arancione, Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta in rosso.
Calabria zona arancione ma «a rischio alto»