La Scelta Lacto-Vegetariana: Oltre la Dieta, un Approccio Etico e Salutare
La redazione • 29 ottobre 2024
Sempre più persone abbracciano il regime alimentare lacto-vegetariano, una dieta che esclude carne, pesce e uova, ma include latticini. Tuttavia, la scelta lacto-vegetariana non si limita a una semplice decisione alimentare: è un modo di vivere che riflette un approccio etico e salutare, che va oltre i confini della cucina e del piatto.
Una Filosofia di Vita
Per molti lacto-vegetariani, questa scelta non è legata solo a motivi di salute, ma anche a una profonda convinzione etica. La dieta lacto-vegetariana si inserisce in una visione più ampia di rispetto verso gli animali e la natura. Infatti, ridurre il consumo di prodotti animali limita l’impatto ambientale legato agli allevamenti intensivi e sostiene un sistema alimentare più sostenibile.
Benefici per la Salute
La dieta lacto-vegetariana è ricca di fibre, vitamine e minerali provenienti da verdure, frutta, cereali integrali e legumi. L’introduzione dei latticini offre una buona fonte di proteine e calcio, senza dover ricorrere a fonti animali. Studi indicano che questo tipo di dieta può ridurre il rischio di malattie croniche, come quelle cardiovascolari, ipertensione e alcuni tipi di tumore. Inoltre, favorisce il controllo del peso e migliora la salute intestinale, grazie a una maggiore presenza di fibre e antiossidanti.
La Dieta Lacto-Vegetariana in Cucina
La scelta lacto-vegetariana apre le porte a una varietà di piatti gustosi e nutrienti. Dai curry a base di verdure, legumi e latte di cocco, ai risotti con funghi e parmigiano, passando per le zuppe di lenticchie e formaggi freschi, il ventaglio di opzioni è ampio e invita alla creatività. I piatti sono colorati, gustosi e appaganti, con la possibilità di sperimentare con spezie, erbe aromatiche e condimenti naturali.
Uno Stile di Vita Consapevole
Per chi adotta questo approccio, il lacto-vegetarismo non è solo un insieme di scelte alimentari, ma una filosofia di vita. L’alimentazione si integra con altre scelte consapevoli: dal consumo di prodotti biologici e locali alla riduzione degli sprechi. Essere lacto-vegetariani significa prendersi cura del proprio corpo, rispettare il mondo circostante e contribuire a un futuro più sostenibile.
La dieta lacto-vegetariana continua a guadagnare popolarità come una scelta di vita che armonizza salute, etica e benessere. Questo approccio invita chiunque, anche solo per curiosità, a sperimentare uno stile di vita che mette in primo piano non solo ciò che mangiamo, ma anche il come e il perché.
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ROMA – Si è svolto lunedì 17 novembre, negli spazi storici di Palazzo Brancaccio, il Corporate Meeting della Federazione Italiana Cuochi, l’appuntamento annuale dedicato al confronto con le aziende partner e alla programmazione delle attività future. L’incontro, promosso da FIC Promotion, ha avuto come filo conduttore il tema “FIC & Partner: destinazione 2026”, sintesi del lavoro svolto finora e dei nuovi obiettivi del prossimo anno. Ad aprire i lavori è stato il presidente di FIC Promotion, Carlo Bresciani, affiancato dal CdA composto dal presidente nazionale FIC Rocco Cristiano Pozzulo, dal segretario generale Salvatore Bruno e dai consiglieri Roberto Lodovichi e Seby Sorbello. Bresciani ha ringraziato le aziende partner per il sostegno continuo alla Federazione, ribadendo il valore di una collaborazione non puramente commerciale ma orientata alla crescita professionale condivisa. Nel suo intervento, il presidente Pozzulo ha sottolineato come Federcuochi stia crescendo non solo nei numeri, ma soprattutto nella qualità delle iniziative e delle sinergie in atto: «A questo tavolo – ha evidenziato – siedono realtà prestigiose, spesso con una lunga storia, che rappresentano punti di riferimento nazionali e internazionali. Siamo orgogliosi che facciate parte del nostro percorso». Numerosi i dirigenti FIC presenti, insieme ai saluti portati in videocollegamento dal presidente onorario Enrico Crippa, dal presidente DSE Gian Carlo Cliceri e dalla responsabile Lady Chef Alessandra Baruzzi. Durante l’incontro sono intervenuti anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio Simona Baldassarre – che ha espresso fiducia per la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco – e i rappresentanti delle principali realtà istituzionali e associative. La prima parte dei lavori, moderata dal giornalista Antonio Iacona, è stata dedicata alla presentazione del calendario eventi 2026, con un approfondimento sui principali appuntamenti fieristici: HOST 2027, Cooking Quiz, Hospitality 2026, Beer & Food Attraction (con focus sui Campionati della Cucina Italiana e sulla selezione della International Catering Cup), Sirha Mediterranée, Bocuse d’Or – con la presentazione del nuovo candidato Matteo Terranova e del team italiano – Horeca Expoforum, Expocook Roma, Gustus 2026 e tutte le attività associative Federcuochi: Assemblea, Congresso nazionale, Global Chefs, Expogast, Festa nazionale del Cuoco, Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. La seconda parte è stata riservata agli interventi delle aziende partner, suddivise per categoria: Partner Istituzionali: FIPE, UCI, CNA Main Partner: Unilever Food Solutions, Bragard, Conserve Italia, Barilla for Professional – Harrys, Electrolux Professional, Ballarini Professionale Food Service Partner: Cateringross Premium Partner: Lurisia Premium Beverages, Bugatti, Surgital, Oleificio Zucchi, Coltellerie Sanelli, Prodemar, Elle&Vire, Montosco Professional, Bonduelle Food Service, Zorzi, Cantine Riunite, Riso Grazia Official Partner: Tre Valli – Hoplà, Reflexx, Polar Seafood, Cast Alimenti Technical Partner: Kulinaryos Partner NIC: Orogel Partner Bocuse d’Or: La Stua de Michil, Meat Japan Partner Catering Cup: Remo Pasquini, Carlini Al termine della giornata, gli ospiti hanno potuto degustare un Business Lunch preparato dalla Nazionale Italiana Cuochi – Compartimento Eventi, guidata dal responsabile Chef Vito Amato, con il coordinamento del responsabile nazionale Eventi FIC Seby Sorbello. Un percorso gastronomico che ha valorizzato le materie prime delle aziende partner, con ricette contemporanee che guardano alla tradizione italiana. Un ringraziamento speciale è stato rivolto alla segreteria nazionale, guidata da Alessandro Laudadio, con Sabrina Trombino e Valeria Pizzutilo, e al team marketing di FIC Promotion, Vito Mastrosimini e Virginia Bellini. L’appuntamento per il prossimo Corporate Meeting è già fissato per il 2026, mentre la collaborazione con le aziende partner proseguirà fin dai prossimi giorni con le numerose attività in programma.

Auletta, 21 anni, è già considerato un giovane talento nel mondo della pizza, capace di sorprendere per la sua maturità e professionalità, che spesso fanno apparire il suo percorso molto più avanzato rispetto alla sua età. Cresciuto nel locale di famiglia, Kevin ha scoperto fin da bambino la passione per l’arte della pizza, imparando il valore del lavoro, della dedizione e dell’amore per ciò che si fa. Nonostante la giovane età, Kevin dimostra una determinazione e una voglia di mettersi in gioco che vanno ben oltre i suoi 21 anni. La sua curiosità lo spinge costantemente ad aggiornarsi, a sperimentare nuove tecniche e sapori, e a migliorarsi ogni giorno, confermando una grande ambizione e un forte spirito di crescita. Il suo percorso professionale lo ha portato a vivere e lavorare in contesti internazionali, da Malta a Parigi, fino alla splendida Costa Cilentana. Ogni esperienza ha arricchito le sue competenze, ampliato la sua visione della cucina e rafforzato la sua creatività, rendendolo un pizzaiolo capace di coniugare tradizione e innovazione. Oltre alla pizza, Kevin coltiva una forte passione per i viaggi e per la moda, che riflettono la sua personalità eclettica e la voglia di esprimersi in modi diversi, con stile e autenticità. La famiglia resta il suo punto di riferimento più importante, fonte di affetti sinceri e supporto, che hanno contribuito a costruire il carattere determinato, curioso e creativo che lo distingue. Grazie alla sua esperienza, al talento e alla costante voglia di migliorarsi, Kevin Auletta si è affermato come Pizzaiolo Juniores DOC 2025 al prestigioso Campionato Mondiale Pizza DOC, confermando il suo ruolo emergente e la promessa di un futuro brillante nel panorama della gastronomia internazionale.

La 71ª edizione della Guida Michelin per il 2026 ha appena svelato i suoi verdetti e, come ogni anno, non mancano le sorprese. Tra le novità più clamorose c’è la decisione di togliere la stella a Gianfranco Vissani, uno dei volti più noti della cucina italiana. Lo chef, visibilmente amareggiato, ha commentato con una punta di ironia: «E vabbè: ognuno prende le sue decisioni. Oltre a Vissani, diversi altri ristoranti di prestigio hanno subito lo stesso destino, perdendo il riconoscimento che per anni ha rappresentato un simbolo di eccellenza. La Guida Michelin, che da oltre un secolo premia la qualità, l’innovazione e la costanza dei ristoratori, conferma anche per questa edizione la sua capacità di influenzare profondamente il mondo gastronomico. La presentazione della guida, svoltasi oggi 19 novembre al Teatro Regio di Parma, ha visto emergere sia conferme importanti sia clamorose defezioni. Chef e ristoratori commentano tra orgoglio e delusione, mentre gli appassionati attendono di scoprire quali indirizzi saranno da segnare nella loro lista dei desideri gastronomici per il 2026. Tra chi perde la stella, oltre al celebre Vissani, figurano anche altri nomi storici della cucina italiana, dimostrando come la Michelin non faccia sconti nemmeno ai grandi del settore. Una scelta che, inevitabilmente, alimenta dibattiti e discussioni tra esperti e appassionati.

Il quartiere collinare del Vomero, a Napoli, si è nuovamente immerso in un’atmosfera densa di aromi caldi e avvolgenti. Dal 13 al 16 novembre Piazza degli Artisti ha ospitato la diciassettesima edizione di Chocoland – La Terra dei Golosi, confermandosi tra gli appuntamenti più attesi e rilevanti del Centro-Sud dedicati al cioccolato artigianale d’eccellenza. Una manifestazione che, più che una semplice fiera, rappresenta un vero rituale per appassionati, artigiani e famiglie. Il legame tra Napoli e il cacao affonda le sue radici nel XVI secolo, quando gli Spagnoli introdussero il prezioso ingrediente nella Penisola. A trasformarlo in arte furono però i Borbone, e in particolare la nota passione per i dolci del re Ferdinando IV. Fu nelle cucine reali e tra i pasticcieri di corte che il cioccolato divenne, da bevanda aristocratica, un elemento identitario della tradizione dolciaria partenopea. Un’eredità che ancora oggi vive nei profumi, nei sapori e nella cura artigianale che caratterizzano la kermesse organizzata da D2 Eventi, ormai marchio riconosciuto nel panorama enogastronomico nazionale. Per quattro giorni, la piazza si è trasformata in un vivace mosaico di botteghe e laboratori a cielo aperto. Le caratteristiche casette di legno hanno accolto maestri cioccolatieri provenienti da tutta Italia, offrendo un’ampia gamma di prodotti: dalle praline tradizionali alle sperimentazioni più audaci, fino alle creazioni artistiche in puro cacao. Tra le iniziative più apprezzate spicca il laboratorio dedicato ai più piccoli, “Art Attack: Fabbrica di Cioccolato”. Un progetto che ha permesso ai giovani visitatori di avvicinarsi all’artigianato attraverso attività di modellazione e decorazione, restituendo al cioccolato la sua natura di materia creativa oltre che gastronomica. La chiusura dell’edizione 2025 lascia un bilancio positivo in termini di partecipazione e interesse, confermando l’appeal di un evento ormai radicato nella vita culturale e commerciale del quartiere. Al momento non è stata ancora ufficializzata una nuova edizione, ma l’entusiasmo dei visitatori e il valore della manifestazione lasciano intravedere la possibilità di un futuro prosieguo. L’unica certezza è che l’aroma del cacao continuerà a restare nella memoria del Vomero ancora a lungo.

Rubrica di Antonio Peluso Chef Scellato Quando penso al comfort food che più rappresenta la mia cucina, immagino sempre un risotto. È un piatto che mi permette di raccontare una storia, di unire territori, profumi e consistenze. Oggi voglio portarvi con me in un viaggio che parte dalla tradizione veneta, attraversa il mare e arriva dritto alla mia idea di cucina contemporanea: il risotto con baccalà, provola affumicata e radicchio tardivo. Questo piatto nasce dal desiderio di accostare sapori decisi ma armoniosi. Il baccalà, con la sua sapidità gentile, incontra la nota leggermente amarognola del radicchio tardivo, un prodotto che amo per la sua eleganza. A legare tutto è la provola affumicata, che aggiunge rotondità e profondità grazie al suo profumo persistente. Ne deriva un risotto cremoso, materico, che avvolge il palato senza appesantire. Ingredienti per 4 persone • 400 g di baccalà già spinato e dissalato • 360 g di riso Carnaroli • 100 g di provola affumicata • 2 radicchi tardivi • 40 g di Parmigiano Reggiano grattugiato • 1 cipolla • Olio EVO q.b. • Burro q.b. • Brodo vegetale q.b. • Sale q.b. • Pepe q.b. Difficoltà: 🍤 Tempo: 🕒 1h Procedimento Inizio sempre stufando dolcemente una cipolla in casseruola con un filo di buon olio extravergine: la base profumata che accoglierà il resto degli ingredienti. Quando la cipolla è trasparente, aggiungo il baccalà tagliato a dadini e il radicchio a striscioline, lasciandoli insaporire lentamente. Copro con brodo vegetale e lascio cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti; è il tempo necessario perché il baccalà si ammorbidisca e il radicchio rilasci il suo colore e il suo carattere. In una casseruola a parte, tosto il riso Carnaroli con una noce di burro: un passaggio imprescindibile per ottenere un chicco integro e una cottura perfetta. Unisco poi la mia salsa di baccalà e radicchio, continuando la cottura con l’aggiunta graduale di brodo caldo. Quando il riso è al punto giusto, arriva il momento che preferisco: la mantecatura. Aggiungo provola affumicata, Parmigiano Reggiano e un ultimo tocco di burro. Il risotto diventa lucido, cremoso, avvolgente. Per completare il piatto, decoro con radicchio tagliato alla julienne, che dona freschezza e un contrasto cromatico elegante. Questo è un risotto che parla di me, della mia cucina e della mia idea di gusto: tradizione, identità e creatività, fusi in un piatto che amo prepararvi e raccontarvi. Buon viaggio tra i miei sapori. — Chef Antonio Peluso

È firmata dallo Chef Rocco Gerundino, vincitore del prestigioso Premio La Mia Raviola, la ricetta che sta incantando il mondo della nuova cucina mediterranea contemporanea. Una raviola elegante, eterea, completamente gluten free, pensata per il benessere senza rinunciare alla creatività. Il risultato è un piatto scenografico, armonioso nei colori, sorprendente nei sapori: la Raviola Mandorle, Pesce Spada e Patata Viola. Ingredienti Per la pasta: • 500 g di amido di mais • 300 g di farina di mandorle De.Co di Amendolara • 200 g di fiocchi di patate disidratate • 5 uova intere (50 g l’una) • 30 g di acqua tiepida • Sale q.b. • 100 g di rapa rossa disidratata (in polvere) Per la farcia: • 500 g di pesce spada • 1 cipolla rossa di Tropea • 2 patate viola • Olio extravergine d’oliva • Brodo di pesce q.b. • Scorza di 1 limone • 20 g di finocchietto Per il pesto viola: • 200 g di cavolo viola • 2 patate viola • Brodo di pesce • 200 g di mandorle • Olio extravergine d’oliva Decorazione: • Foglioline di menta fresca • Cialde di corallo al basilico • Scaglie di mandorle Procedimento 1. Preparazione della pasta In planetaria unire: • amido di mais, • farina di mandorle, • fiocchi di patate disidratati • sale q.b. Lasciare amalgamare le farine, quindi aggiungere le uova e infine i 30 g di acqua tiepida, fino a ottenere un impasto morbido, omogeneo e compatto. Dividere la pasta in due panetti: • uno rimarrà chiaro, • nell’altro incorporare la polvere di rapa rossa fino a ottenere un viola intenso. Riposo: 30 minuti coperti da pellicola. 2. Preparazione della farcia In una pentola soffriggere in olio evo la cipolla di Tropea tritata finemente. Aggiungere il pesce spada a cubetti, far rosolare e unire: • scorza di limone grattugiata, • brodo di pesce, • 2 patate viola a pezzi. Cuocere finché le patate risultano morbide. Lasciare intiepidire e frullare con mixer a immersione fino a ottenere una crema compatta e asciutta. 3. Preparazione del pesto viola Cuocere nel brodo di pesce le patate viola e il cavolo viola. Una volta morbidi, frullare con: • mandorle, • olio evo. Passare la salsa al colino fine per ottenere un pesto setoso, lucido ed elegante. 4. Stesura e formatura dei ravioli Stendere i due impasti (chiaro e viola) con il mattarello fino a ottenere una sfoglia di 1,5 mm. Coppare dei dischi, spennellarli con uovo e farcirli con la crema di pesce spada utilizzando una sac à poche. Chiudere a mezzaluna e unire le estremità creando una forma ispirata al cappelletto. 5. Impiattamento In un piatto moderno stendere il pesto viola formando una mezza luna. Saltare i ravioli in un filo d’olio evo e disporli alternando i colori, uno dopo l’altro, per un colpo d’occhio raffinato. Decorare con: • scaglie di mandorle, • foglioline di menta fresca, • cialde di corallo al basilico. Il piatto secondo lo Chef Questa raviola è pensata per una ristorazione contemporanea, rispettosa delle nuove esigenze alimentari: senza glutine, senza lattosio, leggera e altamente digeribile. Un omaggio ai colori del Mediterraneo, alla biodiversità calabrese e alla creatività che rende la cucina un’arte.


