tutti i diritti riservati | 
LaGazzettaDelFood © 2020

Layout del blog

CALDO: COLDIRETTI PUGLIA, SOS GRANO, RACCOLTA AL VIA CON -20%

La redazione • 26 giugno 2020

Al via la trebbiatura del grano in Puglia con cali della produzione fino al 20%.

Al via la trebbiatura del grano in Puglia con cali della produzione fino al 20%. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento all’inizio della raccolta del frumento su quasi 1,8 milioni di ettari da sud a nord della Penisola. A colpire i campi pronti alla raccolta sono stati in particolare i cambiamenti climatici che – evidenzia la Coldiretti - hanno provocato prima uno slittamento delle semine a gennaio a causa delle piogge che hanno inzuppato i terreni rendendo impossibile il lavoro e poi la siccità e il caldo che stanno incidendo sulla quantità che scenderà sotto 6,7 miliardi di chili registrati invece lo scorso anno.
La regione con la maggiore produzione di grano in Italia – spiega la Coldiretti – è la Puglia con oltre 360mila ettari dove si registrano i cali più pesanti. Intanto le stime di rese in calo per la nuova campagna stanno facendo impennare le quotazioni del grano duro che – sottolinea la Coldiretti - a Foggia registrano un +42% rispetto allo stesso periodo del 2019 con i valori più alti degli ultimi cinque anni.
“Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Puglia dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve, invece, specializzarsi, puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietàpregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, afferma il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro – aggiunge Coldiretti Puglia - con 346.500 ettari coltivati e 9.990.000 quintali prodotto e valore della filiera della pasta in Puglia pari a 542.000.000 euro. “La Puglia è, d’altro canto, la regione che paradossalmente ne importa di più, tanto da rappresentare – insiste il presidente Muraglia - un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione. La filiera è spesso matrigna, ma non possiamo indebolirci ancora, considerate importazioni, triangolazioni, oltre alle problematiche causate dal meteo che alimentano il rischio concreto di dinamiche di mercato speculative per ridurre in maniera ingiustificata il prezzo pagato agli agricoltori”.
Una trend spinto dalla crescente richiesta di prodotti 100% Made in Italy da parte dei consumatori. Infatti secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ l’82% degli italiani con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. Una svolta patriottica favorita anche dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta sotto il pressing delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti.
Le industrie di trasformazione stanno quindi adeguando gli approvvigionamenti e le proprie linee di produzione anche attraverso accordi per aumentare le coltivazioni in Italia. In questo contesto – sottolinea la Coldiretti – un segnale importante viene dal moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni: da La Molisana ad Agnesi, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Fabianelli, da Alce Nero a Rummo, da Antonio Amato a Voiello, da FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino a Barilla che proprio quest’anno ha annunciato di rinnovare la sua pasta classica con grani 100% italiani.
Ci sono quindi le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che – evidenzia la Coldiretti – valorizzino i primati del Made in Italy e assicurino la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Un impegno importante per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero in un momento in cui l’emergenza coronavirus ha evidenziato tutte le criticità del commercio internazionale.
La ricerca di grano 100% Made in Italy si scontra però con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
“Dopo il crollo delle importazione registrato nel 2018, è stato inaccettabile il balzo del 700% nel 2019 e di un ulteriore 59% nel 2020 di grano importato dal Canada, dove viene fatto un uso intensivo del diserbante ‘glifosato’ proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato, uso che in Italia è vietato”, denuncia il presidente Muraglia. Il settore, dunque, continua a subire la concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese, come il Canada (principale esportatore mondiale) dove – conclude la Coldiretti - il grano duro per la pasta viene trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio italiano dove invece la maturazione avviene grazie al sole.

 
Autore: La Redazione 25 novembre 2024
Napoli, città di sapori intensi e tradizioni culinarie antiche, vanta una specialità che racchiude l’essenza della sua cucina popolare: il cuoppo fritto di mare. Questo cono di carta, traboccante di pesce fresco appena fritto, è un’icona dello street food partenopeo, nato per soddisfare i palati dei passanti nei vicoli chiassosi e vivaci della città. Origini e Storia del Cuoppo di Mare Il cuoppo nasce come piatto povero, simbolo di una cucina che sapeva valorizzare anche il pescato meno pregiato. In passato, i pescivendoli vendevano “fragaglia”, ovvero i pesci piccoli rimasti invenduti. Questi venivano infarinati e fritti per essere serviti in un cartoccio semplice, chiamato appunto "cuoppo", realizzato con carta di paglia. Citato già nell’Ottocento da Matilde Serao ne Il Ventre di Napoli, il cuoppo era considerato un pasto gustoso e accessibile. Allora, con pochi spiccioli, si poteva assaporare una delizia croccante, con una spolverata di pepe e un tocco di limone per esaltare il sapore del pesce. Il Cuoppo di Oggi: Tradizione e Innovazion e Oggi il cuoppo di mare rimane fedele alle sue radici, ma si è evoluto, diventando uno dei cibi di strada più richiesti sia dai napoletani che dai turisti. Al suo interno si trovano spesso: Alici: il classico della tradizione. Totani e Calamari: con una consistenza tenera e una croccantezza irresistibile. Gamberetti: piccoli e succulenti. Seppioline: saporite e delicate. Polpette di alghe o verdure pastellate, a volte aggiunte per arricchire l’offerta. Il tutto viene servito bollente, direttamente dalla friggitrice al cono, e condito con un pizzico di sale e una spruzzata di limone fresco. Dove Gustare il Miglior Cuoppo a Napoli Passeggiando per Napoli, soprattutto nel centro storico, è impossibile resistere al profumo che si sprigiona dai “friggitori”. Tra i luoghi più rinomati: La Pignasecca: il cuore dello street food napoletano, con friggitorie storiche. Via Toledo: perfetta per una pausa gustosa tra una visita e l’altra. Porta Nolana: vicino al mercato del pesce, per un cuoppo freschissimo. Molti locali offrono varianti del cuoppo, ma quello di mare resta il più autentico e rappresentativo. Perché il Cuoppo di Mare È Unico Il cuoppo fritto di pesce è molto più di uno spuntino. È un’esperienza che unisce i sapori del mare alla convivialità della strada, un esempio perfetto della capacità napoletana di rendere straordinario anche il più semplice dei pasti. Con ogni boccone, si assaporano secoli di tradizione, il lavoro dei pescatori e l’arte del friggere, perfezionata nelle friggitorie della città. Se visiti Napoli, non puoi perderti questa delizia. Gustare un cuoppo di mare, passeggiando tra i vicoli, è il modo perfetto per immergersi nello spirito autentico della città.
Autore: Maria Giovanna Labruna 25 novembre 2024
Ogni anno, durante il periodo natalizio, l’Italia si divide tra gli amanti del panettone e i fan del pandoro. Questi due dolci tradizionali rappresentano un'icona del Natale , ma quale conquista davvero i cuori – e i portafogli – degli italiani? Produzione: il re della tradizione è il panettone Secondo i dati degli ultimi anni, la produzione del panettone supera quella del pandoro. Nel 2023, oltre il 60% dei dolci natalizi prodotti in Italia erano panettoni. Questo primato è dovuto all’ampia varietà di versioni artigianali, gourmet e industriali, che ne fanno un prodotto adatto a tutti i gusti. Il pandoro, tuttavia, non è da sottovalutare. Originario di Verona, è il simbolo della semplicità, amato per la sua morbidezza e il profumo di burro. La produzione del pandoro si concentra maggiormente su versioni classiche, ma negli ultimi anni sono cresciuti i tentativi di innovazione, come l’aggiunta di creme o glasse. Vendite: il panettone domina il mercato, ma il pandoro resiste Le vendite riflettono un chiaro vincitore: il panettone è scelto dal 70% degli italiani, soprattutto nella fascia d’età adulta. Il pandoro, invece, conquista le famiglie con bambini e chi preferisce dolci meno complessi. Un interessante trend degli ultimi anni riguarda l’incremento della vendita di panettoni artigianali. Nel 2023, circa il 30% dei consumatori ha optato per prodotti di pasticcerie locali, con una spesa media più alta rispetto ai dolci industriali. Il pandoro rimane invece maggiormente associato al consumo di massa, con prezzi generalmente più accessibili. Export: il panettone ambasciatore del Natale italiano Anche a livello internazionale, il panettone batte il pandoro. Le esportazioni di panettoni sono in costante aumento, soprattutto negli Stati Uniti, in Giappone e in Francia, dove è apprezzato come prodotto di lusso. Il pandoro è meno richiesto all’estero, ma conserva una nicchia di estimatori. Una sfida senza tempo Nonostante la superiorità del panettone in termini di produzione e vendite, il pandoro mantiene una solida base di affezionati. La scelta tra i due rimane una questione di gusto e tradizione familiare, confermando che entrambi continueranno a essere protagonisti delle tavole natalizie italiane. Qual è il tuo preferito? Foto Web
Autore: La redazione 25 novembre 2024
Gli uffici della Regione Puglia hanno dato il via libera all’istituzione del Parco Naturale Regionale di Gravina, concludendo positivamente l’iter procedurale per il riconoscimento di questa nuova area protetta. Dopo tre conferenze di servizio e il coinvolgimento di enti, istituzioni e associazioni, è stata accettata la proposta di perimetrazione dell’area e le linee guida del progetto per la sua creazione. Il futuro parco si estenderà dalla collina di Botromagno fino al centro storico di Gravina, includendo le cave, i versanti de La Gravina, il Ponte Acquedotto e tutto l’Habitat Rupestre. Un risultato significativo che consentirà di valorizzare e proteggere un patrimonio unico, fatto di chiese rupestri, siti archeologici, antichi acquedotti, muretti a secco, trulli e percorsi naturali tra acqua e pietra. L'istituzione del Parco rappresenta un passo importante per preservare l’identità storica e culturale del territorio, garantendo al contempo una maggiore tutela ambientale. Ora spetta al Consiglio Regionale promulgare la legge necessaria per trasformare il progetto in realtà, rendendo ufficiale il Parco Naturalistico, Rurale e Archeologico di Gravina in Puglia.
Autore: Redazione 25 novembre 2024
Dal 28 al 30 novembre 2024, la Fiera di Cremona ospita Zootecniche 2024, l’evento di riferimento in Italia ed Europa dedicato al futuro dell’agro-zootecnia ad alta produttività. Un’occasione imperdibile per scoprire le più recenti innovazioni in attrezzature e servizi per allevamento e agricoltura. La manifestazione riunisce i principali marchi internazionali del settore, offrendo alle aziende una vetrina globale per presentare i propri prodotti, aumentare la visibilità e attrarre esperti, acquirenti e investitori. Zootecniche 2024 si conferma un appuntamento strategico per professionisti e imprenditori interessati a conoscere le ultime tendenze tecnologiche e le opportunità di sviluppo nel settore.
Autore: Redazione 25 novembre 2024
Dal 30 novembre all’8 dicembre, Fieramilano Rho ospiterà l’Artigiano in Fiera, un evento che celebra l’artigianato e le tradizioni culinarie di tutto il mondo. Con 2.800 stand espositivi da 90 Paesi distribuiti in 8 padiglioni, i visitatori potranno scoprire arti, mestieri e una straordinaria varietà gastronomica. L’area food comprende 28 ristoranti e 19 Luoghi del Gusto, con proposte che spaziano dai sapori italiani – come canederli altoatesini, agnolotti piemontesi e pizza napoletana – alle specialità internazionali, tra cui samosa indiani, paella spagnola e pulled pork americano. Una novità di quest’anno è la presenza di cucine provenienti da Africa e Georgia. L’evento, aperto ogni giorno dalle 10:00 alle 22:30, è un’occasione unica per immergersi nella cultura e nei sapori di diverse tradizioni culinarie.
Autore: Teresa De Petro 25 novembre 2024
Protocollo anti violenza con le Donne Coldiretti, prodotti “gentili” per sostenere associazioni e borse di studio Corso di autodifesa dedicati alle donne dei campi per aumentare la consapevolezza delle proprie capacità, garantire il benessere psicofisico, gestendo il panico in momenti di criticità. L’iniziativa è di Donne Coldiretti che nell’agriturismo Bosco Didattico Mezzana Grande a Lucera in provincia di Foggia, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, organizza le lezioni di autodifesa dedicate alle donne. Si tratta di 12 ore di lezione suddivise in 6 giornate, dedicate alle differenti tecniche – piega Donne Coldiretti Puglia - per difendersi da aggressioni in città ma anche nelle aree rurali, spesso in balba di malintenzionati che agiscono indisturbati approfittando della condizione di isolamento delle campagne. Ma quasi un’azienda agricola su cinque tra quelle che fanno agricoltura sociale offre accoglienza residenziale per persone in disagio e fragilità, proprio come le donne vittime di abusi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Welfare Index Pmi. Da qui sono nate le case rifugio nelle campagne per dare ospitalità alle vittime di tratte e abusi, grazie alle opportunità offerte oggi dal nuovo welfare agricolo. Le donne vittime di violenza o di tratte e abusi incidono per il 25% nei servizi gestiti dalle imprese di agricoltura sociale, secondo un’analisi Coldiretti sull’ultimo rapporto Welfare Index Pmi. Un esempio è quello di Miriam Zenorini che in Trentino Alto Adige accoglie nella propria fattoria le donne maltrattate che hanno un vissuto difficile, supportandole con amore e impegno nel riprendere in mano la propria vita. Sono diverse le iniziative promosse lungo tutto il territorio con le fattorie sociali e le Donne Coldiretti che hanno sottoscritto un protocollo contro la violenza di genere con la Presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, On. Martina Semenzato, e Fondazione Campagna Amica. Un esempio è la vendita dei “prodotti della gentilezza”, offerti dalle aziende agricole rosa per raccogliere fondi da destinare alle associazioni impegnate a combattere gli abusi. Le specialità presenti all’interno dei mercati di Campagna Amica sono corredate da un talloncino che riporta il numero antiviolenza 1522 accessibile gratuitamente tramite telefono e chat (da sito o da applicazione) Nell’ultimo anno – sottolinea Coldiretti – oltre 50mila persone hanno usufruito dei servizi nati grazie all’impegno sociale degli agricoltori, migliorando la qualità della propria vita e ricevendo formazione, con una presenza in azienda in molti casi quotidiana.
Altri post
Share by: