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Gregori Nalon: Fiorentina e Tomahawk a confronto

Maria Giovanna Labruna • 14 maggio 2020

Fiorentina o Tomahawk? Gregori Nalon ce lo spiega in maniera chiara e a suo modo.

Gentili lettori de "La Gazzetta del Food" volevo parlarvi questo mese della bistecca alla Fiorentina e dei suoi segreti, qualcosa di fantastico che parli della nostra bella Italia. Un piatto simbolo della tavola toscana che affonda le radici nel passato ed è famoso in tutto il mondo.

La Bistecca alla Fiorentina
La Bistecca alla Fiorentina (composta dal filetto, controfiletto e osso dal peso non inferiore a 1,2/1,4 kg a seconda del taglio) e il Tomahawk (che arriva direttamente dagli Usa. Questo maxi-taglio dal lungo osso, indispensabile per il classico barbecue all’americana. Saporito e morbido, si è diffuso anche in Italia come alternativa alla bistecca alla Fiorentina, la costata del cowboy, ovvero l’ascia da battaglia, per la sua forma ed immagine).

La mia filosofia
Ovviamente nel mio stile, vi indicherò la mia idea e filosofia, più che la ricetta, l’aspetto importante da valutare sarà capire: l’allevamento di qualità, la nutrizione, la vita d’eccellenza dell’animale, la macellazione corretta e il rispetto della lavorazione. Solo dopo arriva la ricetta. Cercheremo di capire inoltre come fare ad avere una cottura perfetta.

Negli ultimi anni con i programmi: “Piatti e Misfatti” su Alice tv, “La prova del cuoco” su Rai uno e nei social “Il Sapere ha Sapore”, porto avanti delle battaglie per una formazione corretta non solo per gli addetti ai lavori ma anche e soprattutto per gli appassionati.

Partiamo dalla qualità delle carni che deriva dalla razza e dall’alimentazione degli animali.

Il taglio delle carni? Qualche differenza c’è!
La bistecca alla Fiorentina è ottenuta dalla lombata del vitellone più o meno in corrispondenza vertebrale verso la metà della schiena direzione coda. La razza dell’animale che ci ha resi famosi è la Chianina. Il taglio ha nel mezzo l’osso a forma di “T”, con il controfiletto da una parte ed il filetto dall’altra. Avendo due tipologie strutturali di carne, ci obbliga ad essere precisi e solo un’attenta cottura ne darebbe un risultato eccellente.

Il Tomahawk

Una costata ottenuta da una parta pregiata del bovino chiamata cuberoll
Come concetto sembra lo stesso taglio, ma non ha il filetto. È una costata che si ottiene dal cuberoll, ovvero una parte molto pregiata del bovino che ha come particolarità l’osso pulito e lunghissimo (ecco perché ricorda la forma ad ascia). La cottura del Tomahawk, tecnicamente è più semplice, perché parliamo di una sola struttura di carne. Facciamo attenzione però alle variazioni. Spesso mi trovo a degustare il Tomahawk con la presenza della carne anche su tutto l’osso lungo. Qui, ci sono differenze, perché abbiamo due/tre tipi di strutture diverse, e spesso la parte del cuberoll è più morbida, mentre la carne che avvolge l’osso lungo è abbastanza dura, stopposa e legnosa, ma senza dubbio gustosa. Ecco perché parlo di tecnica e non di ricetta.

La mia esperienza mi ha portato a formulare due tipologie di cotture per ottenere un risultato strepitoso.

Preparazione del Tomahawk con il metodo Gregori con la presenza della carne nell’osso
Condite la carne (aglio, rosmarino, salvia, alloro, ecc.), avvolgete l’osso carnoso con della carta da forno, chiudendo bene con lo spago. Immergete solo la parte avvolta in una vasca di acqua a temperatura controllata a 66°per almeno due ore (in alternativa mettete solo l’osso in griglia a bassissima temperatura per circa 30/50 minuti). A questo punto, si toglie la carta forno che avvolge la costola condita e cotta lentamente adagiandola sulla brace, girandola ogni minuto. Questo processo permette, per effetto fisico di portare il calore all’interno delle carni, riscaldandole, favorendone la coagulazione delle albumine, trattenendo all’interno i liquidi. Condite ogni tanto durante la cottura con sale liquido, con uno spruzzino, insaporendo bene. Tutto questo ne darà un aspetto eccezionale, carni rosse/rosate calde dentro, sapori intensi, riduzione di condimenti e grassi.

Preparazione del Tomahawk con il metodo Gregori senza la presenza della carne nell’osso
Se abbiamo l’osso pulito e solo la parte del cuore di costata, il consiglio è di effettuare, una cottura a bassa densità di calore per il pezzo intero, con sonda al cuore a 52°. Questo lungo processo permetterà di maturare la carne, donare morbidezza, bloccare i succhi all’interno e non fare fuoriuscire le albumine. Dopo cotta, abbattere di temperatura in positivo a +3°.

Grigliate come di consuetudine, con la differenza che la cottura sarà più rapida in quanto già cotta e necessita solo della finitura finale, dando sapore, di legna, carbone ecc. Una volta cotta, si può servire dopo pochi minuti, perché non rilascia liquidi. Questa tecnica è alla base delle più moderne cotture, dando precisione e qualità di risultato finale.

Preparazione della bistecca alla Fiorentina con il metodo Gregori
Mettete il lombo intero in cottura a bassa densità di calore con sonda al cuore a 52° (per circa 8/12 ore. Se invece utilizzate solo una bistecca da 1,4kg cucinerà in circa 3 ore). A questo punto la carne (rossa all’interno, maturata nelle delle diverse parti sia del filetto che del controfiletto, avrà una distribuzione dei liquidi omogenea e una coagulazione delle proteine (albumine), mantenendo i liquidi all’interno), verrà abbattuta in modo rapido a +3° al cuore e conservata in frigorifero.  

Autore: La Redazione 25 novembre 2024
Napoli, città di sapori intensi e tradizioni culinarie antiche, vanta una specialità che racchiude l’essenza della sua cucina popolare: il cuoppo fritto di mare. Questo cono di carta, traboccante di pesce fresco appena fritto, è un’icona dello street food partenopeo, nato per soddisfare i palati dei passanti nei vicoli chiassosi e vivaci della città. Origini e Storia del Cuoppo di Mare Il cuoppo nasce come piatto povero, simbolo di una cucina che sapeva valorizzare anche il pescato meno pregiato. In passato, i pescivendoli vendevano “fragaglia”, ovvero i pesci piccoli rimasti invenduti. Questi venivano infarinati e fritti per essere serviti in un cartoccio semplice, chiamato appunto "cuoppo", realizzato con carta di paglia. Citato già nell’Ottocento da Matilde Serao ne Il Ventre di Napoli, il cuoppo era considerato un pasto gustoso e accessibile. Allora, con pochi spiccioli, si poteva assaporare una delizia croccante, con una spolverata di pepe e un tocco di limone per esaltare il sapore del pesce. Il Cuoppo di Oggi: Tradizione e Innovazion e Oggi il cuoppo di mare rimane fedele alle sue radici, ma si è evoluto, diventando uno dei cibi di strada più richiesti sia dai napoletani che dai turisti. Al suo interno si trovano spesso: Alici: il classico della tradizione. Totani e Calamari: con una consistenza tenera e una croccantezza irresistibile. Gamberetti: piccoli e succulenti. Seppioline: saporite e delicate. Polpette di alghe o verdure pastellate, a volte aggiunte per arricchire l’offerta. Il tutto viene servito bollente, direttamente dalla friggitrice al cono, e condito con un pizzico di sale e una spruzzata di limone fresco. Dove Gustare il Miglior Cuoppo a Napoli Passeggiando per Napoli, soprattutto nel centro storico, è impossibile resistere al profumo che si sprigiona dai “friggitori”. Tra i luoghi più rinomati: La Pignasecca: il cuore dello street food napoletano, con friggitorie storiche. Via Toledo: perfetta per una pausa gustosa tra una visita e l’altra. Porta Nolana: vicino al mercato del pesce, per un cuoppo freschissimo. Molti locali offrono varianti del cuoppo, ma quello di mare resta il più autentico e rappresentativo. Perché il Cuoppo di Mare È Unico Il cuoppo fritto di pesce è molto più di uno spuntino. È un’esperienza che unisce i sapori del mare alla convivialità della strada, un esempio perfetto della capacità napoletana di rendere straordinario anche il più semplice dei pasti. Con ogni boccone, si assaporano secoli di tradizione, il lavoro dei pescatori e l’arte del friggere, perfezionata nelle friggitorie della città. Se visiti Napoli, non puoi perderti questa delizia. Gustare un cuoppo di mare, passeggiando tra i vicoli, è il modo perfetto per immergersi nello spirito autentico della città.
Autore: Maria Giovanna Labruna 25 novembre 2024
Ogni anno, durante il periodo natalizio, l’Italia si divide tra gli amanti del panettone e i fan del pandoro. Questi due dolci tradizionali rappresentano un'icona del Natale , ma quale conquista davvero i cuori – e i portafogli – degli italiani? Produzione: il re della tradizione è il panettone Secondo i dati degli ultimi anni, la produzione del panettone supera quella del pandoro. Nel 2023, oltre il 60% dei dolci natalizi prodotti in Italia erano panettoni. Questo primato è dovuto all’ampia varietà di versioni artigianali, gourmet e industriali, che ne fanno un prodotto adatto a tutti i gusti. Il pandoro, tuttavia, non è da sottovalutare. Originario di Verona, è il simbolo della semplicità, amato per la sua morbidezza e il profumo di burro. La produzione del pandoro si concentra maggiormente su versioni classiche, ma negli ultimi anni sono cresciuti i tentativi di innovazione, come l’aggiunta di creme o glasse. Vendite: il panettone domina il mercato, ma il pandoro resiste Le vendite riflettono un chiaro vincitore: il panettone è scelto dal 70% degli italiani, soprattutto nella fascia d’età adulta. Il pandoro, invece, conquista le famiglie con bambini e chi preferisce dolci meno complessi. Un interessante trend degli ultimi anni riguarda l’incremento della vendita di panettoni artigianali. Nel 2023, circa il 30% dei consumatori ha optato per prodotti di pasticcerie locali, con una spesa media più alta rispetto ai dolci industriali. Il pandoro rimane invece maggiormente associato al consumo di massa, con prezzi generalmente più accessibili. Export: il panettone ambasciatore del Natale italiano Anche a livello internazionale, il panettone batte il pandoro. Le esportazioni di panettoni sono in costante aumento, soprattutto negli Stati Uniti, in Giappone e in Francia, dove è apprezzato come prodotto di lusso. Il pandoro è meno richiesto all’estero, ma conserva una nicchia di estimatori. Una sfida senza tempo Nonostante la superiorità del panettone in termini di produzione e vendite, il pandoro mantiene una solida base di affezionati. La scelta tra i due rimane una questione di gusto e tradizione familiare, confermando che entrambi continueranno a essere protagonisti delle tavole natalizie italiane. Qual è il tuo preferito? Foto Web
Autore: La redazione 25 novembre 2024
Gli uffici della Regione Puglia hanno dato il via libera all’istituzione del Parco Naturale Regionale di Gravina, concludendo positivamente l’iter procedurale per il riconoscimento di questa nuova area protetta. Dopo tre conferenze di servizio e il coinvolgimento di enti, istituzioni e associazioni, è stata accettata la proposta di perimetrazione dell’area e le linee guida del progetto per la sua creazione. Il futuro parco si estenderà dalla collina di Botromagno fino al centro storico di Gravina, includendo le cave, i versanti de La Gravina, il Ponte Acquedotto e tutto l’Habitat Rupestre. Un risultato significativo che consentirà di valorizzare e proteggere un patrimonio unico, fatto di chiese rupestri, siti archeologici, antichi acquedotti, muretti a secco, trulli e percorsi naturali tra acqua e pietra. L'istituzione del Parco rappresenta un passo importante per preservare l’identità storica e culturale del territorio, garantendo al contempo una maggiore tutela ambientale. Ora spetta al Consiglio Regionale promulgare la legge necessaria per trasformare il progetto in realtà, rendendo ufficiale il Parco Naturalistico, Rurale e Archeologico di Gravina in Puglia.
Autore: Redazione 25 novembre 2024
Dal 28 al 30 novembre 2024, la Fiera di Cremona ospita Zootecniche 2024, l’evento di riferimento in Italia ed Europa dedicato al futuro dell’agro-zootecnia ad alta produttività. Un’occasione imperdibile per scoprire le più recenti innovazioni in attrezzature e servizi per allevamento e agricoltura. La manifestazione riunisce i principali marchi internazionali del settore, offrendo alle aziende una vetrina globale per presentare i propri prodotti, aumentare la visibilità e attrarre esperti, acquirenti e investitori. Zootecniche 2024 si conferma un appuntamento strategico per professionisti e imprenditori interessati a conoscere le ultime tendenze tecnologiche e le opportunità di sviluppo nel settore.
Autore: Redazione 25 novembre 2024
Dal 30 novembre all’8 dicembre, Fieramilano Rho ospiterà l’Artigiano in Fiera, un evento che celebra l’artigianato e le tradizioni culinarie di tutto il mondo. Con 2.800 stand espositivi da 90 Paesi distribuiti in 8 padiglioni, i visitatori potranno scoprire arti, mestieri e una straordinaria varietà gastronomica. L’area food comprende 28 ristoranti e 19 Luoghi del Gusto, con proposte che spaziano dai sapori italiani – come canederli altoatesini, agnolotti piemontesi e pizza napoletana – alle specialità internazionali, tra cui samosa indiani, paella spagnola e pulled pork americano. Una novità di quest’anno è la presenza di cucine provenienti da Africa e Georgia. L’evento, aperto ogni giorno dalle 10:00 alle 22:30, è un’occasione unica per immergersi nella cultura e nei sapori di diverse tradizioni culinarie.
Autore: Teresa De Petro 25 novembre 2024
Protocollo anti violenza con le Donne Coldiretti, prodotti “gentili” per sostenere associazioni e borse di studio Corso di autodifesa dedicati alle donne dei campi per aumentare la consapevolezza delle proprie capacità, garantire il benessere psicofisico, gestendo il panico in momenti di criticità. L’iniziativa è di Donne Coldiretti che nell’agriturismo Bosco Didattico Mezzana Grande a Lucera in provincia di Foggia, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, organizza le lezioni di autodifesa dedicate alle donne. Si tratta di 12 ore di lezione suddivise in 6 giornate, dedicate alle differenti tecniche – piega Donne Coldiretti Puglia - per difendersi da aggressioni in città ma anche nelle aree rurali, spesso in balba di malintenzionati che agiscono indisturbati approfittando della condizione di isolamento delle campagne. Ma quasi un’azienda agricola su cinque tra quelle che fanno agricoltura sociale offre accoglienza residenziale per persone in disagio e fragilità, proprio come le donne vittime di abusi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Welfare Index Pmi. Da qui sono nate le case rifugio nelle campagne per dare ospitalità alle vittime di tratte e abusi, grazie alle opportunità offerte oggi dal nuovo welfare agricolo. Le donne vittime di violenza o di tratte e abusi incidono per il 25% nei servizi gestiti dalle imprese di agricoltura sociale, secondo un’analisi Coldiretti sull’ultimo rapporto Welfare Index Pmi. Un esempio è quello di Miriam Zenorini che in Trentino Alto Adige accoglie nella propria fattoria le donne maltrattate che hanno un vissuto difficile, supportandole con amore e impegno nel riprendere in mano la propria vita. Sono diverse le iniziative promosse lungo tutto il territorio con le fattorie sociali e le Donne Coldiretti che hanno sottoscritto un protocollo contro la violenza di genere con la Presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, On. Martina Semenzato, e Fondazione Campagna Amica. Un esempio è la vendita dei “prodotti della gentilezza”, offerti dalle aziende agricole rosa per raccogliere fondi da destinare alle associazioni impegnate a combattere gli abusi. Le specialità presenti all’interno dei mercati di Campagna Amica sono corredate da un talloncino che riporta il numero antiviolenza 1522 accessibile gratuitamente tramite telefono e chat (da sito o da applicazione) Nell’ultimo anno – sottolinea Coldiretti – oltre 50mila persone hanno usufruito dei servizi nati grazie all’impegno sociale degli agricoltori, migliorando la qualità della propria vita e ricevendo formazione, con una presenza in azienda in molti casi quotidiana.
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