Coldiretti Puglia: "Per acquistare il grano italiano basta pagare il giusto prezzo agli agricoltor"
La redazione • 14 gennaio 2022

Per arginare al contempo il balzo dei prezzi della pasta che può essere affrontato con una adeguata programmazione che consenta di aumentare la produzione di grano duro made in Italy in una situazione in cui il Belpaese importa circa il 40% del grano di cui ha bisogno, con un evidente e scontato aumento dei costi a carico dell’industria molitoria. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, stigmatizzando nuovamente l’assenza reiterata di Italmopa in seno alla Commissione Unica Nazionale sperimentale del grano duro, in riferimento alle dichiarazioni del presidente dei Pastai di Union Food-Confindustria Riccardo Felicetti.
Come riconoscono i pastai – sottolinea la Coldiretti regionale - il grano italiano viene sottopagato a prezzi inferiori di quello estero nonostante sia “appetibile” e sicuro perché ottenuto senza l’impiego del diserbante glifosato in preraccolta, una modalità consentita invece da Paesi dai quali importano come il Canada. Nonostante questo, molte industrie hanno infatti preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. Una miopia che – precisa la Coldiretti Puglia - ha costretto gli agricoltori italiani a ridurre le superfici coltivate e a cercare mercati alternativi che riconoscono prezzi più equi. Oggi ci sono le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori e di qualità dell’industria investendo sull’agricoltura nazionale con rapporti di filiera virtuosi che – conclude la Coldiretti - valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano una giusta distribuzione del valore.
“E’ assordate il silenzio dei pastai e la prolungata assenza al tavolo della CUN sperimentale, dove dalla prima convocazione in avanti non si riesce a procedere ad una corretta e trasparente valutazione dell’andamento del mercato, in quanto la parte acquirente non si presenta in commissione e non invia le schede di mercato, con la mancata quotazione sul listino. Con la CUN dovremmo riportare in trasparenza costi di produzione e prezzi del grano, sottoposto a speculazioni inaccettabili, oltre a controlli serrati con una cabina di regia coordinata tra ICQRF, NAS, ASL e gli altri organi deputati alle verifiche ”, spiega Maddalena Rignanese Rinaldi, componente di Coldiretti Puglia in sede CUN.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 9.990.000 quintali prodotto e valore della filiera della pasta in Puglia pari a 542.000.000 euro. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 – aggiunge Coldiretti Puglia - dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese.
Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni – ricorda la Coldiretti Puglia – che con l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) nel 2020 le importazioni di grano canadese in Italia sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 1,7 miliardi di chili provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare proprio con l’utilizzo del glifosato.
Per fermare le speculazioni e garantire la disponibilità del grano e degli altri prodotti agricoli – sottolinea la Coldiretti - occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ci sono le condizioni per incrementare la produzione di grano in Italia dove – precisa la Coldiretti - è peraltro vietato l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada.
In questo contesto – sottolinea la Coldiretti regionale – un segnale importante viene dal moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni fa. Ci sono quindi le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che – conclude la Coldiretti Puglia – valorizzino i primati del Made in Italy e assicurino la sostenibilità della produzione in Italia. Un impegno importante per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero in un momento in cui l’emergenza coronavirus ha evidenziato tutte le criticità del commercio internazionale.
L’Italia – continua la Coldiretti - è il secondo produttore mondiale con un quantitativo di 3,85 milioni di tonnellate ma è anche il principale importatore perché molte industrie anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale hanno preferito acquistare sul mercato internazionale approfittando delle basse quotazioni dell’ultimo decennio. Ora – precisa la Coldiretti Puglia - la situazione è cambiata anche sotto la spinta dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano voluto dalla Coldiretti che ha favorito il boom delle paste 100% Made in Italy.
Una trend spinto dalla crescente richiesta di prodotti 100% Made in Italy da parte dei consumatori. Infatti secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ l’82% degli italiani con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. Una svolta patriottica favorita anche dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta sotto il pressing delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti.
Le industrie di trasformazione stanno quindi adeguando gli approvvigionamenti e le proprie linee di produzione anche attraverso accordi per aumentare le coltivazioni in Italia. In questo contesto un segnale importante viene dal moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni: da La Molisana ad Agnesi, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Fabianelli, da Alce Nero a Rummo, da Antonio Amato a Voiello, da pasta Milo fino a Barilla che ha deciso di rinnovare la sua pasta classica con grani 100% italiani.
Ci sono quindi le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzione di qualità – insiste Coldiretti Puglia - realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e assicurino la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Un impegno importante per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero in un momento in cui l’emergenza coronavirus ha evidenziato tutte le criticità del commercio internazionale. L’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere – conclude Coldiretti Puglia - una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.

Cresce la ‘Puglia agroalimentare in etichetta’ grazie a 788 prodotti venduti in iper e supermercati che hanno aumentato del +7,3% il valore delle vendite, raggiungendo i 190 milioni di euro, un successo del regionalismo a tavola, frutto anche delle battaglie di Coldiretti condotte sul fronte della garanzia della tracciabilità, dell’origine e della sicurezza alimentare a beneficio dei consumatori, con il boom del regionalismo a tavola. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia sugli ultimi dati Osservatorio Immagino della Nielsen, con le buone performance dei vini Igp/ Igt, delle passate di pomodoro e delle mozzarelle. E’ svolta tricolore dunque nei consumi alimentari dei cittadini che privilegiano sugli scaffali la qualità Made in Italy – aggiunge Coldiretti Puglia – spingendo sugli acquisti familiari delle indicazioni geografiche europee di origine, con la Dop e IG Economy pugliese che vale quasi 680 milioni di euro. Ciò ha spinto anche la spesa diretta dall’agricoltore per la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte. La Puglia, regione che vanta numerosi primati produttivi nell’agroalimentare – dice Coldiretti Puglia – ha dovuto imparare a difendersi dagli agropirati con l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto in etichetta e il brand ‘Puglia’ ha acquistato spazio e autorevolezza negli anni, con i consumatori sempre più attenti all’etichetta e all’acquisto consapevole di cibo prodotto in Puglia e non importato dall’estero e spacciato per pugliese. Da qui l’iniziativa di Coldiretti con il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nella Ue. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori Per sostenere la campagna è stata lanciata “Tutto in etichetta”, la prima serie podcast dedicata alla spesa degli italiani, pensata per orientare i cittadini meglio nella lettura dell’etichetta e nelle proprie scelte alimentari, promossa da Coldiretti e realizzata da Chora Media. Il podcast è pubblicato sulle principali piattaforme di ascolto Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Youtube Music, oltre che sul sito di Coldiretti (www.coldiretti.it) e di choramedia. La trasparenza sugli scaffali Ue non potrà però essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli comunitari in termini di utilizzo di pesticidi, rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Né è possibile lasciare spazio a forme di etichettatura ingannevoli, come il Nutriscore che, come rilevato anche da Hansen, penalizza le eccellenze Made in Italy e promuove paradossalmente i cibi ultra-formulati. Foto WEB

Da martedì 1 aprile, alle ore 21.00, il palinsesto di Tv Luna si è arricchito di un programma imperdibile: "A Cena con la Luna". Questo innovativo format, ideato dalla talentuosa giornalista e vocalist Ida Piccolo, dal dinamico giornalista Antonio D'Addio e dalla creativa foodblogger Gemma Caruso, un mix irresistibile di chiacchiere, musica, filmati e, naturalmente, prelibatezze culinarie. In ogni puntata, Ida Piccolo e Antonio D'Addio guidano gli spettatori in un'avventura gastronomica unica, dove il cibo diventa il filo conduttore di storie e risate. Gli ospiti speciali, artisti del calibro del duo comico Enzo e Sal, l’eclettica attrice Maria Bolignano e la talentuosa cantante Monica Sarnelli, protagonisti di una cena che celebra l'arte e la convivialità. Ma non è solo un programma di intrattenimento: "A Cena con la Luna" è un viaggio attraverso la cultura gastronomica campana, con piatti preparati da rinomati executive chef e pastry chef che portano l'eccellenza della cucina locale direttamente nelle vostre case. Ogni episodio è un'esperienza sensoriale che stimola non solo il palato, ma anche la mente, con aneddoti affascinanti, curiosità e sorprese che rendono ogni serata unica. Con un'atmosfera vibrante e accogliente, il programma invita il pubblico a sintonizzarsi per vivere momenti indimenticabili. Gli ingredienti della serata? Il talento degli artisti, la maestria culinaria e la magia della luna che illumina il tutto. Non perdetevi questa straordinaria opportunità di cena e divertimento, un evento che celebra la passione per la buona cucina e l'arte in tutte le sue forme. "A Cena con la Luna" è una produzione di Claudio Malfi Management e un invito a gustare, ridere, e lasciarsi sorprendere ogni martedì sera. Preparatevi a un viaggio indimenticabile all'insegna del buon cibo e del talento artistico!

L'eccellenza della cucina è a portata di mano, basta essere consapevoli di ciò che scegliamo di mangiare. In questo piatto, abbiamo l'opportunità di assaporare solo ingredienti di alta qualità, evitando il cibo “fake”. Saper cucinare è un vero dono e oggi vi proponiamo una ricetta deliziosa: mezzani di Gragnano con besciamella e dadolata di pancetta dolce tostata. Un primo piatto gustoso, perfetto per ogni occasione, dalle cene quotidiane alle festività. Ingredienti per 4-5 persone: - 500 g di mezzani di Gragnano - 150 g di emmental - 80 g di pancetta a dadini - Sale q.b. - Olio extravergine d'oliva q.b. Per la besciamella: - 30 g di burro - 30 g di farina - 500 ml di latte - Sale q.b. Procedimento: 1. Cottura della pasta: Iniziate mettendo sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata. Portate a ebollizione e poi calate i mezzani, cuocendoli al dente. 2. Preparazione della besciamella: Nel frattempo, preparate la besciamella. In un pentolino, sciogliete il burro a fuoco medio. Aggiungete la farina e mescolate con una frusta per ottenere un roux. Versate lentamente il latte, continuando a mescolare per evitare grumi. Cuocete fino a ottenere una consistenza cremosa, quindi aggiustate di sale. 3. Cottura della pancetta: In una padella antiaderente, versate un filo d’olio extravergine d’oliva e aggiungete i dadini di pancetta. Tostateli leggermente fino a renderli croccanti. 4. Unione degli ingredienti: Una volta che la pasta è cotta, scolatela e unitela nella padella con la pancetta. Aggiungete la besciamella e i formaggi, mescolando bene per amalgamare il tutto. Pepate a piacere e fate saltare per qualche minuto. 5. Impiattamento: Servite i mezzani caldi, con la possibilità di ripassarli in forno a 180° per circa 10 minuti per una crosticina dorata. Buon appetito! By Gemma Caruso

Roma, 15 aprile 2025 – In tutto il mondo, da Milano a Tokyo, da Buenos Aires a New York, oggi si celebra la prima Giornata Nazionale del Made in Italy, una ricorrenza fortemente voluta per riconoscere e promuovere l’identità, la creatività e la qualità che da sempre contraddistinguono il marchio italiano. La data scelta non è casuale: il 15 aprile del 1452 nasceva Leonardo da Vinci, simbolo indiscusso del genio italiano, capace di coniugare arte, scienza, tecnica e visione. Leonardo rappresenta l’essenza stessa del Made in Italy: una capacità tutta italiana di trasformare la bellezza in progetto, l’intuizione in innovazione, il talento in sistema. E proprio nel nome di questo spirito si tengono oggi oltre 600 eventi in Italia e nel mondo – tra mostre, incontri, talk, laboratori didattici, performance artistiche, degustazioni e visite aziendali – organizzati da ambasciate, istituti italiani di cultura, scuole, università, imprese e associazioni. L’iniziativa è stata istituzionalizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il sostegno della Presidenza del Consiglio, per valorizzare non solo l’eredità culturale e produttiva italiana, ma anche il suo ruolo trainante nel panorama economico internazionale. "Il Made in Italy è il nostro biglietto da visita nel mondo, sinonimo di eccellenza, stile, competenza e sostenibilità", ha dichiarato il ministro Adolfo Urso, durante l’evento inaugurale a Roma. Tra i settori protagonisti: la moda, il design, l’agroalimentare, l’automotive, l’artigianato e la tecnologia. Realtà diverse ma unite da un comune denominatore: l’eccellenza del saper fare italiano, che ancora oggi affascina e conquista mercati globali. E proprio per coinvolgere le nuove generazioni, la Giornata ha visto una forte partecipazione delle scuole: migliaia gli studenti coinvolti in laboratori creativi, visite in aziende simbolo del Made in Italy e incontri con imprenditori e designer. Nel corso della giornata, anche il Quirinale ha voluto rendere omaggio all’iniziativa. In un messaggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato come "il Made in Italy rappresenti un ponte tra la nostra storia e il nostro futuro, un modello di qualità che unisce cultura e impresa, tradizione e innovazione". Ma questa non è solo una giornata celebrativa. È, nelle intenzioni del Governo, un progetto strategico, volto a rafforzare la tutela e la promozione del brand Italia nel mondo. Con una rete di iniziative permanenti, investimenti in comunicazione, tutela della proprietà intellettuale e sostegno alle filiere produttive, la Giornata del Made in Italy vuole essere anche un volano per attrarre talenti e capitali. A oltre cinque secoli dalla nascita di Leonardo, l’Italia guarda avanti, forte della sua storia ma con lo sguardo rivolto al futuro. Perché, come dimostra il successo del Made in Italy, l’arte del fare italiano continua ad essere uno dei patrimoni più ammirati e riconosciuti al mondo.

● Arrivano la “Colomba Tropicale” della Pasticceria Clivati a Milano, il casatiello e la pastiera del forno Pietro Roscioli a Roma e gli agnelli di pasta di mandorle a Lecce. Milano, 14 Aprile 2025 - Pasqua si avvicina così come il consumo di tutti i prodotti tipici legati a questa irrinunciabile tradizione culinaria italiana perché ciascun territorio conserva il proprio retaggio gastronomico legato alla Pasqua. Tra impasti salati e farciti e dolci tradizionali, forni e pasticcerie di ogni zona della penisola propongono ricette tramandate di generazione in generazione. Come ad esempio la pizza di Pasqua laziale, la Ciaramicola umbra, la pastiera e il casatiello napoletano, la schiacciata di Pasqua toscana, la pardulas sarda, la fugassa veneta e gli agnelli di pasta di mandorle Pugliesi. Come nascono queste eccellenze? In occasione della Pasqua, Deliveroo, la piattaforma leader nell’online food delivery, con oltre 25.000 ristoranti, ha chiesto ai migliori tra propri partner come si stanno preparando alla Pasqua 2025, tra dolci della tradizione e ultimi trend gastronomici che la piattaforma rende accessibili grazie al proprio servizio di delivery. Ecco una panoramica da nord a sud: ● Nord: la Colomba pasquale, nata secondo la tradizione in Lombardia, classico lievitato a base di farina, uova, zucchero e buccia d’arancia, è la regina dei dolci della Pasqua nel nord italia così come Pasticceria Clivati è un punto di riferimento della pasticceria artigianale milanese. Questa “bottega del gusto” si innesta nel solco della tradizione lombarda garantendo la qualità dei dolci tipici del territorio che, se da una parte punta sulla tradizione, dall’altra non smette di stupire una clientela sempre più esigente e variegata. “Quest’anno, grazie al lavoro in sinergia con i nostri pasticceri, è nato il concept “Pasqua Tropicale”, disponibile su Deliveroo, al cui interno sono racchiusi prodotti innovativi e di eccellenza. La colomba tropicale infatti ha un tocco esotico e dal gusto ricercato e vede al suo interno canditi di papaya e ananas e sulla crosta una ricca glassatura puntellata da intere noci pecan. Accanto alla colomba tropicale, per i più golosi, sono disponibili, sempre su Deliveroo, anche l’uovo con cioccolato bianco e pistacchio e cioccolato al latte e nocciola” ci spiega la famiglia Giampietro, proprietaria di Pasticceria Clivati. “Siamo da sempre attenti a soddisfare tutte le generazioni dei nostri clienti, dai nonni che vengono qui di persona per soddisfare il palato dei loro nipoti, i quali invece sono molto più soliti a usare il moderno servizio del delivery”. ● Centro: la tradizione Romana, spesso attinge dalle regioni limitrofe come Umbria e Marche ed è proprio l’origine Marchigiana che permette al Forno Pietro Roscioli all’Esquilino di esprimere tutto il proprio carattere, come racconta Andrea Roscioli oggi al comando dell’azienda fondata da suo padre Pietro: “Dal 2019 collaboriamo in esclusiva con Deliveroo e negli ultimi tempi abbiamo registrato una significativa crescita del fatturato derivante dal delivery, che oggi costituisce una parte consolidata del nostro business. Nel nostro forno, la Pasqua inizia con il salato, a cominciare dal Casatiello, un piatto tipico napoletano che a Roma è diventato un vero e proprio simbolo delle festività. A seguire, la tradizionale Pizza al Formaggio, un must per noi che siamo di origine marchigiana. Avvicinandoci alla Pasqua, ci concentriamo sui dolci tipici. La nostra Colomba è particolarmente apprezzata, proposta in diverse varianti, tra cui quella con scorzetta d’arancia di alta qualità, quella con cioccolato e pera, e quella con albicocca sciroppata e cioccolato fondente al 70%. Un altro dolce molto richiesto è la pastiera, preparata con crema di grano cotto, ricotta fresca, scorzetta d'arancia e una consistenza alta e morbida, che la rendono un’interpretazione molto amata della tradizione pasquale”. ● Sud: gli agnelli di pasta di mandorla sono una delle specialità pasquali tipiche della Puglia, realizzati un tempo dalle monache nei conventi di clausura e che oggi la Pasticceria La Dogana realizza in occasione della Pasqua e rende disponibili sulla piattaforma. “Siamo in esclusiva sulla piattaforma Deliveroo da quasi due anni e l’esperienza è estremamente positiva e quest’anno abbiamo deciso di valorizzare la Pasqua con i nostri prodotti più tipici e autentici, come l’agnello di pasta di mandorla - racconta Romina Leo amministratore dell’azienda - un dolce straordinario realizzato con il 63% di mandorle. Proprio grazie all’elevata percentuale di mandorle, abbiamo ottenuto un prodotto meno dolce rispetto ai prodotti in circolazione con un contenuto ridotto di zuccheri. La farcitura tradizionale è con la “faldacchiera”realizzata con il tuorlo d’uovo pastorizzato, una nota aromatica del liquore Strega, la morbidezza del pan di Spagna e il gusto unico di cotognata. Molto richiesta anche la nostra torta con Colomba artigianale farcita con crema chantilly, un must per i nostri clienti. L’estate resta il periodo di punta grazie agli ordini dai turisti e dagli hotel, ma anche le festività come la Pasqua rappresentano per noi momenti fondamentali per ampliare ulteriormente la nostra clientela”. "La Pasqua è un momento speciale da condividere con famiglia e amici e crescono gli ordini dei prodotti tipici. Grazie a Deliveroo, i nostri clienti possono scoprire e gustare tutte le prelibatezze pasquali ovunque e alla portata di un click” - ha commentato Andrea Zocchi, Managing Director di Deliveroo Italy. "Siamo felici di portare nelle case i prodotti della tradizione italiana che, attraverso la passione dei nostri partner, valorizzano ed esaltano le caratteristiche uniche del territorio. Abbiamo selezionato un partner rappresentativo per ogni area della penisola. Il legame tra Pasqua e delivery è sempre più forte: siamo orgogliosi di essere parte di questa tradizione e offrire un servizio che rende la Pasqua ancora più speciale e gustosa." Nota su Deliveroo Deliveroo è un servizio di consegna pluripremiato fondato nel 2013 da William Shu e Greg Orlowski. Deliveroo collabora con circa 186.000 tra i più amati ristoranti, negozi di alimentari e partner di vendita al dettaglio, nonché con oltre 135.000 rider, per offrire la migliore esperienza di consegna di cibo al mondo. Deliveroo ha sede a Londra e uffici in tutto il mondo. Deliveroo opera in 9 mercati, tra cui Belgio, Francia, Italia, Irlanda, Kuwait, Qatar, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito. Ulteriori informazioni su Deliveroo sono disponibili sul sito web della Società all'indirizzo https://corporate.deliveroo.co.uk/. Per Ulteriori informazioni Nicolò Marcon, ufficio stampa Deliveroo nicolo.marcon@deliveroo.it Emiliano Nivelli - enivelli@eidos.net Mariaclara Nitti - mcnitti@eidos.net

Cambia il modo di mangiare, cambiano le abitudini, cambiano gli spazi. Se fino a qualche anno fa il pranzo fuori casa era sinonimo di ristorante, bar o tavola calda, oggi il concetto si è completamente trasformato. Il confine tra cucina domestica e offerta professionale si è fatto sottile, e sempre più italiani scelgono piatti pronti acquistati nei supermercati da consumare tra le mura di casa o in ufficio. A trainare questa trasformazione è stato, senza dubbio, il periodo pandemico. In quel contesto, il delivery e il take-away hanno rappresentato una vera e propria ancora di salvezza per la ristorazione. Ma quel modello d’emergenza si è presto trasformato in un’abitudine consolidata, tanto da spingere il mercato verso nuove direzioni. Il nuovo protagonista? Il piatto pronto da banco frigo. Una soluzione pratica, veloce e spesso anche di qualità, che ha trovato spazio sugli scaffali della grande distribuzione e nei frigoriferi dei consumatori. Secondo recenti dati di settore, questo comparto sta crescendo con numeri significativi, sfiorando in Italia il 3,5% del mercato food retail, con un potenziale in espansione che guarda all’Europa, dove Paesi come Francia, Regno Unito e Germania viaggiano già su percentuali ben più alte. Dietro questa tendenza non c’è solo comodità. C’è un cambiamento culturale. Il consumatore moderno cerca esperienze agili, accessibili, compatibili con ritmi frenetici e stili di vita sempre più dinamici. E spesso, quel piatto acquistato al supermercato offre il giusto compromesso tra sapore, rapidità e costo. Una sfida, questa, che il mondo della ristorazione non può permettersi di ignorare. Se da un lato i numeri parlano chiaro, dall’altro resta un punto di forza imbattibile: l’esperienza. Perché nessun banco frigo può replicare l’atmosfera di un locale accogliente, il servizio personalizzato o il piacere di una cena preparata al momento. Il futuro? Sarà sempre più ibrido. Un mix tra consumo digitale, ristorazione esperienziale e soluzioni on the go. Chi saprà interpretare meglio questo equilibrio avrà in mano le chiavi di un mercato in piena trasformazione. Foto Web