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CDA Territori in tour Il Cilento da scoprire e valorizzare. Il mondo Ho.Re.Ca si organizza Capaccio Paestum (Sa), 16 settembre 2024

Comunicato stampa • 12 settembre 2024

Lunedì 16 settembre dalle ore 15.00 alle ore 19.00 presso NEXT - Nuova Esposizione Ex Tabacchificio SAIM nel Borgo di Cafasso a Capaccio - Paestum (Sa), si tiene la seconda tappa di “Territori in tour – Turismi, logistica e sostenibilità nelle piattaforme territoriali dell’Horeca”, iniziativa promossa dal CDA (Consorzio Distributori Alimentari) in collaborazione con l’azienda di distribuzione Bevande Vitantonio.

L’obiettivo dell’incontro è di condividere con gli operatori Horeca, dei servizi turistici, delle istituzioni locali e delle rappresentanze di settore, i risultati di un’attività di ascolto e ricerca territoriale affidata al Consorzio Aaster finalizzata a delineare l’evoluzione di un settore sempre più rilevante nel determinare le traiettorie dello sviluppo economico, sociale e urbano del territorio del Cilento.

All’incontro, oltre ad un panel di operatori del settore Horeca attivi nel Cilento,

interverranno tra gli altri:

- il direttore del Cda Lucio Roncoroni;

- Antonietta Di Stasi, titolare di Bevande Vitantonio;

- Aldo Bonomi, fondatore e direttore del Consorzio Aaster;

- Ernesto Pappalardo, direttore di Salerno Economy;

- Giovanna Truda, docente Università degli Studi di Salerno;

- Carmine Farnetano, coordinatore GAL Casacastra;

- Marianna Iannone, presidente Coop ArcheoArte;

- Rosario Pingaro, Ceo Convergenze Spa;

- Andrea Volpe, consigliere Regione Campania.

All’interno dei diversi sotto-sistemi campani, il Cilento, area storico-naturale posta ai margini meridionali del cuore della piattaforma turistica partenopea e il prolungamento amalfitano, rappresenta un contesto emergente alla ricerca di un posizionamento più strutturato nel quadro della progressiva articolazione dell’offerta turistica campana in ascesa.

L’area cilentana, formata da una rete di 80 piccoli e micro comuni con 150.000 abitanti e pochi centri urbani significativi (Agropoli, Vallo della Lucania e Sapri), rientra storicamente in quelle che Manlio Rossi Doria denominò a suo tempo “aree dell’osso” del Mezzogiorno, ovvero a margini dei processi di sviluppo industriale, contrapposte a quelle della “polpa”, geograficamente corrispondenti alle aree costiere dell’industrializzazione fordista. Ed in effetti anche i 130 Km di coste del Cilento sono da tempo abbastanza valorizzate sotto il profilo turistico, ancorché, almeno ai suoi albori, secondo logiche di investimento esogene, sostanzialmente concentrate in alcune specifiche località, con il contorno dei ritornanti estivi nelle case di famiglia, fortemente legate alla stagionalità balneare.

Questo modello periferico e marginale negli ultimi anni ha sperimentato alcuni cambiamenti significativi, almeno sotto il profilo della proliferazione e dell’auto-propulsività di attività riconducibili alla filiera Horeca e, almeno in parte, alle connessioni con le produzioni tipiche delle aree dell’entroterra montano, peraltro decisamente sfavorite sotto il profilo della dotazione infrastrutturale di prossimità, dei servizi logistici e dei collegamenti rapidi di accesso dall’esterno.

Le difficoltà demografiche, ancora persistenti, per quanto meno evidenti rispetto al passato delle grandi emigrazioni, convivono con percorsi di qualificazione dell’offerta turistica ed eno-gastronomica, facendo leva sui lasciti di una marginalità che prova a farsi “centro” mettendo a valore il vasto capitale ambientale e il multiforme capitale culturale, supportato da nuove leve di restanti e ritornanti che investono su progetti di vita incardinati su una rinnovata operosità, che si compone di cultura dell’accoglienza, di capacità di fare narrazione storico-culturale e di qualificazione enogastronomica.

Ad accompagnare questo tentativo di crearsi opportunità di sviluppo sostenibile una cornice istituzionale debole, con le dovute eccezioni dei sindaci, delle comunità montane e del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, della rete dei GAL e delle BCC, dell’associazionismo volontario incardinato sulle Pro Loco.

Temi complessi per i quali non esistono risposte semplici e preconfezionate. L’incontro di Capaccio Paestum vuol essere una piccola occasione per comprendere sfide e opportunità del settore, per contribuire ad alimentare un patrimonio comune di saperi e conoscenze territoriali e provare ad

assumere “una coscienza di luogo” adatta ai tempi del turismo come flusso globale, per la quale è importante contribuire alla costruzione di uno spazio di rappresentazione territoriale e di visione di un futuro condiviso.

Il CDA, che raggruppa un centinaio delle principali imprese di distribuzione di bevande presenti in Italia, porta avanti ormai da oltre un ventennio una serie di attività rivolte ai soci orientate a renderli sempre più competenti e consapevoli dell’ambiente nel quale essi operano, offrendo occasioni di crescita professionale e imprenditoriale rispetto alle grandi sfide della managerializzazione, della digitalizzazione, della sostenibilità e dell’economia circolare, della responsabilità sociale d’impresa.

Nell’ambito delle celebrazioni del 35° anniversario dalla fondazione avvenute nello scorso anno, CDA ha deciso di promuovere per il 2024 un piccolo itinerario territoriale nell’ottica di ascoltare, apprendere e condividere con operatori della filiera Horeca, esperti e rappresentanti delle istituzioni locali, riflessioni e iniziative utili a rendere i territori più competitivi e coesi, partendo dal punto di vista di chi presidia l’ultimo miglio della distribuzione di bevande nel settore Horeca. Lungo questo itinerario, che si snoderà lungo tutto la penisola, il CDA è accompagnato dal Consorzio Aaster, diretto e fondato da Aldo Bonomi.

L’Horeca, settore praticamente inesistente nell’Italia degli anni ’90, è ritenuto oggi il tondino di ferro del loisir post-pandemico, intorno a cui si ridefinisce la socialità e il valore economico dei territori, di cui la complessa figura del turista è uno dei riferimenti centrali. L’esito delle trasformazioni dell’Horeca e del turismo oggi non si giocano “solo” sul registro della capacità di incorporare innovazione dentro le mura dell’impresa, ma passano anche dalla consapevolezza e dalla capacità delle imprese di partecipare nell’attrezzare il campo fuori dalle mura dell’impresa nell’intento di contribuire a rendere sostenibile nel medio e lungo periodo la crescita di un settore che deve preservare le risorse territoriali sulle quali si regge: risorse umane e professionali, risorse ambientali e patrimoni culturali, centri storici, sistemi di mobilità e di gestione dei servizi urbani. Operare nel settore turistico, oggi più di ieri, significa posizionarsi, come imprese, filiere e sistemi locali, all’intersezione tra relazioni di mercato e relazioni sociali più ampie.

Un incontro utile a mettere in rete le varie realtà del territorio per un rilancio compatto e coeso dell’intero settore Ho.Re.Ca del Cilento.
Autore: La Redazione 26 febbraio 2025
Nel settore della ristorazione, affidarsi a fornitori di attrezzature professionali di alta qualità è essenziale per garantire efficienza, sicurezza e prestazioni ottimali. Arte Bar, azienda con sede in Via Roveggia 128, Verona - è un punto di riferimento per bar, ristoranti e strutture ricettive che cercano soluzioni innovative e affidabili per il proprio business. Eccellenza e Innovazione al Servizio dei Professionisti Arte Bar offre una vasta gamma di impianti e attrezzature per la ristorazione, selezionati tra i migliori marchi del settore. Ogni soluzione è studiata per ottimizzare il lavoro in cucina e migliorare l’esperienza del cliente, garantendo il massimo delle prestazioni con un focus su innovazione, design e affidabilità. L’ampia offerta include: • Macchine da caffè professionali, per un’estrazione perfetta e costante. • Forni, piani cottura e friggitrici professionali, per garantire cotture precise ed efficienti. • Sistemi di refrigerazione e conservazione, per il mantenimento ottimale degli alimenti. • Macchinari per la preparazione degli alimenti, come impastatrici, cutter e frullatori industriali. • Lavastoviglie e sistemi di lavaggio professionale, per garantire igiene e praticità nel servizio. Un Servizio Completo: Dalla Consulenza all’Assistenza Tecnica Arte Bar non si occupa solo della vendita di attrezzature, ma offre un servizio completo di consulenza, progettazione e assistenza tecnica. Un team di esperti supporta i clienti nella scelta delle soluzioni più adatte alle loro esigenze, progettando impianti su misura e garantendo installazioni precise e funzionali. Grazie alla presenza di tecnici qualificati, l’azienda assicura anche manutenzione programmata e interventi tempestivi, riducendo i tempi di fermo e assicurando sempre il massimo dell’efficienza operativa. I Migliori Marchi del Settore Arte Bar collabora con brand rinomati, tra cui Angelo Po, Meiko, Robot Coupe, Brema, Imesa, Hoonved e Fimar, sinonimo di qualità e innovazione nel mondo della ristorazione professionale. L'obiettivo è fornire ai clienti attrezzature affidabili e performanti, capaci di migliorare la produttività, ridurre i costi operativi e semplificare le operazioni quotidiane, sempre con un'attenzione particolare alla sicurezza e alla sostenibilità. Un Partner di Fiducia per il Successo della Ristorazione Scegliere Arte Bar significa affidarsi a un’azienda che mette al centro innovazione, qualità e assistenza su misura. Grazie a una profonda conoscenza del settore e a collaborazioni con i migliori brand, ogni cliente può contare su soluzioni affidabili, performanti e durature, capaci di migliorare l’efficienza operativa e ottimizzare i costi. Dalla prima consulenza alla realizzazione del progetto, fino alla manutenzione continua, Arte Bar è il partner ideale per chi punta all’eccellenza nella ristorazione. Perché dietro ogni grande cucina, c’è sempre una grande squadra e le attrezzature giuste per trasformare le idee in successi.
Autore: Maria Giovanna Labruna 25 febbraio 2025
Uno dei punti di forza di Casa Sanremo 2025 è stato senza dubbio il Roof, l’esclusivo ristorante realizzato in collaborazione con Gambero Rosso, che ha offerto un’esperienza culinaria di altissimo livello. Qui si sono dati appuntamento personaggi di spicco come Carlo Conti, il Maestro Vessicchio, Gabriele Corsi, Max Giusti e molti altri, gustando piatti che hanno esaltato la territorialità e la qualità della cucina italiana. L’attenzione ai dettagli e alla selezione delle eccellenze gastronomiche ha reso il Roof un luogo di ritrovo imperdibile, contribuendo al successo della manifestazione. I NUMERI DEL SUCCESSO Grande soddisfazione per la diciottesima edizione appena conclusa Incontri, talk, conferenze, musica live, cultura: due settimane di eventi da record Russolillo: “L’esperienza a Casa Sanremo non va raccontata, ma vissuta. Da protagonisti.” Sanremo, 18 febbraio 2025 – Tempo di bilanci a Casa Sanremo Bazr, che, dopo due settimane di attività, può guardare con piena soddisfazione ai risultati ottenuti. Nel variegato palinsesto proposto, hanno trovato spazio presentazioni, format televisivi, conferenze, incontri, spettacoli, collaborazioni esclusive e, ovviamente, tanta musica. "Riassumere le emozioni e le soddisfazioni che ci ha regalato la diciottesima edizione di Casa Sanremo in poche righe sarebbe sterile e riduttivo. L’esperienza a Casa Sanremo non va raccontata, ma vissuta. Da protagonisti. Grazie a tutti quanti hanno lavorato accanto a me, con infinita passione e grande competenza." — Vincenzo Russolillo, Presidente di Casa Sanremo. I NUMERI DELL’EDIZIONE 2025 I numeri parlano da soli: 80mila accessi, oltre 10mila pass richiesti, tantissimi artisti, cantanti, volti noti dello spettacolo e della tv che hanno lasciato la propria firma sul mitico muro blu. Guardando al palinsesto televisivo, quasi raddoppiate rispetto al passato le ore di diretta, per un totale di quasi 200 ospiti. Grande successo per i format quotidiani: L’Italia in Vetrina, condotto da Grazia Serra, dedicato alle Eccellenze italiane; Buongiorno Sanremo, la trasmissione del mattino condotta da Savino Zaba; Studio News, a cura di Patrizia Barsotti in collaborazione con Askanews; Le pagelle di Max, condotto da Max Corfini, nato dalla collaborazione tra Rai Italia, RaiNews24, RaiNews.it e Rai Italy. Anche la radio ha avuto un ruolo centrale, con oltre 100 ore di diretta fra Radio Casa Sanremo, Radioimmaginaria, Radio Rai 1 e Radio Tutta Italiana. L’innovativa Piazza Marconi, una delle novità del 2025, ha accolto 14 emittenti radiofoniche. Il salotto letterario Casa Sanremo Writers ha ospitato oltre 80 presentazioni con Maurilio Giordana e 30 eventi speciali, coinvolgendo giornalisti di spicco come Grazia Serra, Maurilio Giordana e Viridiana Myriam Salerno. Grande attenzione anche per il Concorso Letterario, con due sezioni giudicate da Laura Delli Colli e Lino Guanciale. L’area Underground ha dato spazio a 400 giovani talenti, mentre la sezione Performer ha visto esibirsi 1500 ballerini. Per The Club, oltre 30 artisti tra Dj e Dance Singer hanno animato le notti di Casa Sanremo. Casa Sanremo Invest ha accolto 500 investitori, una startup competition con 45 giurati e 10 startup premiate. L’area The Comfort Zone, in collaborazione con CSEN, ha erogato 130 prestazioni. Uno spazio esclusivo è stato dedicato a Bazr, con uno studio radiofonico e trasmissioni in diretta durante la settimana del Festival, diventando un punto di incontro per artisti, conduttori e personaggi del mondo dello spettacolo. GLI EVENTI E I PROTAGONISTI Tra gli eventi di maggiore rilievo: NextGen Legality by Nextenne, un focus sulla legalità con la partecipazione di 6 procuratori e ospiti d’eccezione come Nicola Gratteri e Nino Di Matteo; Talk con il Ministero della Salute e Regione Liguria, che ha visto protagonisti il Ministro della Salute Schillaci, il DG Rai Roberto Sergio e Carlo Conti; Amnesty International Italia, per celebrare i 50 anni della Ong in Italia; Save the Children, con un evento dedicato; L’incontro con Noa e Mira Awad, alla vigilia della loro esibizione con “Imagine”; Omaggio a Massimo Cotto, con la moglie Chiara Buratti; I festeggiamenti per i 38 anni di “Bamboleo” con Pablo Reyes. I PREMI Vincenzo Russolillo, Presidente di Casa Sanremo, ha consegnato tre importanti riconoscimenti: Soundies Awards ad Achille Lauro per il miglior videoclip con Incoscienti giovani; Premio alla Carriera al Premio Oscar Vittorio Storaro; Premio Eccellenza Italiana a Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura. Il premio "Miglior spot sociale per i giovani" è stato assegnato ad Anas per lo spot "Quando sei alla guida tutto può aspettare".
Autore: Camilla Gemma 25 febbraio 2025
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Iginio Massari Alta Pasticceria presenta due specialità in edizione limitata, pensate per omaggiare la femminilità con eleganza e raffinatezza. Si tratta di creazioni destinate a regalare un'esperienza sensoriale unica che unisce gusto, innovazione e tradizione attraverso il linguaggio universale dell'alta pasticceria. Le "Praline 8 Marzo" si vestono di nuova luce con un abbinamento sofisticato di sapori: cioccolato bianco con ganache al limoncello, per un tocco agrumato e avvolgente, cioccolato bianco con ganache al frutto della passione, per un gusto esotico e raffinato. Disponibili in confezioni da 9 e 16 pezzi, in edizione limitata, le speciali praline saranno acquistabili fino a esaurimento su iginiomassari.it e nei prossimi giorni direttamente nelle Pasticcerie e nei Pop-Up Store Iginio Massari Alta Pasticceria. A completare l'offerta per la Giornata Internazionale della Donna, le "Gelatine 8 Marzo" presentano un bouquet di gelée ispirate ai fiori simbolo di questa celebrazione: Mimosa, con il suo profumo delicato e inconfondibile, Violetta, dal gusto intenso e floreale, Rosa, per una dolcezza raffinata e avvolgente. Anche le Gelatine 8 Marzo saranno disponibili in confezioni da 9 e 16 pezzi, acquistabili fino ad esaurimento su iginiomassari.it e nei prossimi giorni direttamente nelle Pasticcerie e nei Pop-Up Store Iginio Massari Alta Pasticceria.
Autore: Chef Gregori Nalon 22 febbraio 2025
Se c’è un dolce che rappresenta al meglio il Carnevale di Venezia, sono senza dubbio le fritole veneziane. Piccole, tonde e irresistibilmente fragranti, queste frittelle sono una vera e propria icona della Serenissima durante il periodo di festa. Il loro sapore inconfondibile, arricchito da uvetta e spesso da pinoli, è un richiamo alla tradizione secolare della città lagunare. Un po’ di storia: dalle botteghe ai giorni nostri Le fritole veneziane hanno origini antiche, risalenti al XVI secolo, quando erano il dolce più amato dai veneziani e venivano vendute per strada dai "fritoleri". Questo mestiere era così importante che nel 1600 venne istituita addirittura una corporazione dei fritoleri, i quali tramandavano la ricetta di generazione in generazione. Le fritole venivano preparate su grandi banchi e vendute in tutta la città, diventando così il dolce ufficiale del Carnevale di Venezia. Gli ingredienti e la preparazione tradizionale La ricetta originale prevede un impasto semplice ma ricco di gusto. Gli ingredienti principali sono: Farina Uova Lievito di birra Latte Zucchero Uvetta e pinoli (a seconda delle preferenze) Un pizzico di grappa o rum per esaltare il sapore L’impasto viene lavorato fino a ottenere una consistenza densa e omogenea e lasciato lievitare per circa un’ora e mezza. Una volta pronto, viene prelevato a cucchiaiate e fritto in abbondante olio bollente fino a quando le frittelle non diventano dorate e gonfie. Il tocco finale? Una generosa spolverata di zucchero semolato—proprio come nella ricetta tradizionale—anche se oggi molti preferiscono il più raffinato zucchero a velo. Varianti e golose interpretazioni Sebbene la versione classica preveda solo uvetta, nel tempo le fritole veneziane hanno conosciuto alcune varianti altrettanto deliziose. Alcune delle più popolari includono: Fritole ripiene: farcite con crema pasticcera, zabaione o crema al cioccolato, per una versione ancora più golosa. Fritole senza uvetta: per chi preferisce una consistenza più neutra e semplice. Fritole alla zucca: un'alternativa più leggera e profumata, dove la zucca viene aggiunta all’impasto per un sapore più dolce e aromatico. Il dolce simbolo del Carnevale veneziano Passeggiando per Venezia nel periodo del Carnevale, è impossibile non essere avvolti dal profumo irresistibile delle fritole appena fritte. Che siano vendute nelle pasticcerie storiche o nei banchetti allestiti per l’occasione, le fritole rappresentano un vero e proprio rito di passaggio gastronomico per chiunque visiti la città in questo periodo. Croccanti fuori e morbide dentro, dolci ma mai stucchevoli, le fritole veneziane sono un viaggio nella storia e nei sapori autentici della Serenissima. Se non avete ancora avuto il piacere di assaggiarle, il Carnevale è il momento perfetto per farlo !
Autore: Maria Giovanna Labruna 21 febbraio 2025
Il Carnevale in Italia è sinonimo di allegria, maschere e soprattutto di una ricca tradizione dolciaria. Tra i protagonisti indiscussi di questa festività spiccano dolci fritti conosciuti con nomi diversi a seconda della regione: bugie, chiacchiere, crostoli, frappe, galani e molti altri. Ma da dove derivano questi nomi e quali sono le origini di queste prelibatezze? Origini antiche e tradizioni regionali La storia di questi dolci affonda le radici nell'antica Roma. Durante i Saturnali, festività che celebravano la fine dell'anno, si preparavano i "frictilia", dolci fritti nel grasso di maiale a base di uova e farina di farro, poi cosparsi di miele. Questa tradizione è proseguita nel corso dei secoli, evolvendosi e adattandosi alle diverse culture regionali italiane. Una varietà di nomi per lo stesso dolce L'Accademia della Crusca evidenzia come questi dolci siano conosciuti con nomi differenti in quasi ogni regione d'Italia. Ecco una panoramica: Chiacchiere: termine diffuso in Lombardia, parte dell'Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. Bugie: utilizzato in Piemonte e Liguria. Crostoli: nome comune in Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Frappe: prevalente nel Lazio e in alcune zone delle Marche. Galani: tipico del Veneto, in particolare nelle zone di Venezia, Padova e Verona. Cenci: usato in Toscana. Sfrappole: termine bolognese. Lattughe: diffuso nelle province di Brescia, Mantova e Cremona. Questa varietà di denominazioni testimonia la ricchezza e la diversità culturale del nostro Paese, dove tradizioni culinarie si intrecciano con dialetti e usanze locali. La ricetta base e le sue varianti Nonostante i diversi nomi, la ricetta di base di questi dolci rimane simile: un impasto semplice di farina, uova, zucchero e un componente alcolico come grappa o vino bianco. L'impasto viene steso in sfoglie sottili, tagliato in strisce e poi fritto fino a diventare dorato e croccante. Una volta raffreddati, i dolci vengono spolverati con zucchero a velo. Esistono anche varianti regionali che prevedono l'aggiunta di ingredienti specifici o metodi di preparazione differenti. Ad esempio, in alcune zone si utilizza il miele al posto dello zucchero a velo, mentre in altre si aggiungono aromi come la scorza di limone o l'acqua di fiori d'arancio. Un dolce che unisce l'Italia Nonostante le differenze regionali, questi dolci rappresentano un elemento unificante della tradizione culinaria italiana durante il Carnevale. La loro diffusione capillare e le molteplici denominazioni sono testimonianza di come una semplice ricetta possa essere reinterpretata in modi diversi, mantenendo però intatto lo spirito festoso e conviviale che caratterizza questa ricorrenza. In conclusione, che le chiamiate bugie, chiacchiere, crostoli, frappe o galani, questi dolci sono l'emblema di una tradizione che attraversa l'Italia da nord a sud, portando con sé storia, cultura e, soprattutto, il piacere della condivisione.
Autore: La Redazione 21 febbraio 2025
Durante la penultima puntata di MasterChef Italia 14, un momento inaspettato ha commosso il pubblico. La concorrente Mary ha confessato di provare timore nei confronti dello chef Antonino Cannavacciuolo, ammettendo di non riuscire nemmeno a guardarlo negli occhi. «Chef, mi fa paura», ha sussurrato Mary con voce emozionata. Di fronte a questa rivelazione, Cannavacciuolo, noto per la sua imponente presenza ma anche per il suo lato umano, è rimasto visibilmente turbato. «Me lo potevi dire prima», ha risposto con sincerità, per poi abbracciare la concorrente in un gesto di conforto e comprensione. Il momento ha rivelato un lato più intimo del talent culinario, dove la competizione spesso mette i concorrenti sotto forte pressione. La tensione di voler dimostrare il proprio valore in cucina, unita alla personalità autorevole dei giudici, può creare emozioni contrastanti nei partecipanti. L’abbraccio tra Cannavacciuolo e Mary ha rappresentato un momento di empatia e sostegno, dimostrando che dietro il rigore della competizione ci sono anche comprensione e umanità. Un episodio che ha reso questa edizione di MasterChef Italia ancora più intensa e coinvolgente per il pubblico. FOTO WED
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