
Nel cuore pulsante del mercato ittico di Chioggia, dove l’alba accende profumi di mare autentico e i banchi traboccano di prodotti “nostrani” dell’Adriatico, nasce questa ricetta firmata dallo Chef Gregori Nalon. Un piatto che celebra la freschezza assoluta di mazzancolle, canocchie e cannolicchi vivi, trasformando la semplicità del pescato locale in un’espressione gastronomica raffinata, intensa e profondamente legata al territorio. Una calamarata che racconta il mare con rispetto, delicatezza e gusto, rendendo omaggio a quella tradizione veneta fatta di materia prima eccellente e tecnica pulita. La ricetta prende forma in un sabato qualunque, durante una visita al mercato del pesce di Chioggia. L’etichetta “nostrano — prodotto pescato nel Mar Adriatico, zona FAO 37.2.1” ha guidato la scelta degli ingredienti: mazzancolle, canocchie e cannolicchi vivi, nel pieno del loro profumo e della loro freschezza. Da questa selezione accurata non poteva che nascere un piatto saporito, gustoso e al tempo stesso delicato, espressione autentica del nostro mare. Ingredienti per 4 person e 400 g pasta calamarata Valdoro 12 canocchie 12 mazzancolle 12 cannolicchi 100 g polpa di pomodoro fine 60 g olio extravergine di oliva 50 g vino bianco 20 g brandy 20 g mix di erbe fresche tritate 10 g prezzemolo 6 g basilico 2 g timo limoncino 2 g menta fresca 20 g aglio fresco 6 g peperoncino fresco Sale e pepe macinato al momento 2 g buccia di limone non trattato (solo parte gialla) Facoltativo: pecorino grattugiato per la mantecatura finale Procedimento 1. Pulizia Lavare, mondare e pulire con cura mazzancolle, canocchie e cannolicchi, mantenendo intatta la loro freschezza naturale. 2. Base aromatica In una padella capiente unire l’olio, l’aglio fresco schiacciato (da rimuovere successivamente), il peperoncino a rondelle e 100 g di acqua. Scaldare a fuoco dolce: inizialmente l’acqua porterà a una lieve bollitura, poi l’aglio inizierà a rosolare conferendo il suo aroma. 3. Crostacei e molluschi Alzare la fiamma e aggiungere mazzancolle, canocchie e cannolicchi. Flambare con brandy e sfumare con vino bianco. Rimuovere i cannolicchi dal guscio e tenere da parte tutti gli elementi scottati. 4. Il sugo Unire la polpa di pomodoro alla padella e cuocere per alcuni minuti. Regolare di sale e pepe. 5. La pasta Cuocere la calamarata in acqua salata e scolarla quando è a ¾ di cottura. Trasferirla nella padella con il sugo e proseguire la cottura a fiamma viva per ottenere una perfetta amalgama. 6. Finitura Aggiungere il mix di erbe fresche, la buccia di limone e infine mazzancolle, canocchie e cannolicchi. Mantecare con delicatezza (eventualmente con un velo di pecorino). E,,,, Buon Appetito!

NAPOLI — Con il suono della forbice e sotto i riflettori della Mostra d’Oltremare, è stata inaugurata l’undicesima edizione di Gustus, il salone professionale dedicato all’agroalimentare, all’enogastronomia e alla tecnologia. Dal 16 al 18 novembre, la fiera si conferma come un momento di grande rilevanza per il Centro‑Sud Italia, portando in scena le eccellenze del Mediterraneo. Promossa da Progecta S.r.l., Gustus 2025 si svolge nei padiglioni 2, 3 e 3B della Mostra d’Oltremare. L’evento è riservato esclusivamente a operatori di settore e punta forte su un’anima business-to-business. Uno dei pilastri di questa edizione è l’internazionalizzazione: sono attese più di 13 delegazioni di buyer selezionate da ICE / I.T.A., provenienti da Paesi quali Svizzera, Germania, Polonia, Turchia, Grecia, Regno Unito, Tunisia, Bulgaria e altri. Questa rete di relazioni internazionali rende Gustus non solo una vetrina per le aziende locali, ma anche un ponte verso i mercati esteri. La Regione Campania è fortemente presente, con un’area dedicata alla filiera ittica. Nel programma: show cooking con chef stellati, degustazioni di prodotti ittici campani e talk su sostenibilità e valorizzazione delle risorse marine, in collegamento con il Programma FEAMPA 2021‑2027. Tra gli “ospiti fissi” di Gustus non mancano le federazioni di settore: la Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria (FIPGC) torna con la finale del concorso “The Best Panettone of the World”, nelle sue categorie classico, innovativo, salato e decorato. La Federazione Italiana Cuochi (FIC), così come la Federcarni Campania, saranno protagoniste di corsi, dimostrazioni di taglio, cucina, techniques di frollatura e altro ancora, offrendo una full immersion per cuochi, macellai e operatori dell’ospitalità. Non è solo una fiera, ma un vero e proprio catalizzatore di networking: grazie al “Meet & Match” organizzato da ICE, le aziende espongono i propri prodotti direttamente a buyer internazionali, creando opportunità concrete di export e crescita. Secondo il report ufficiale dell’edizione precedente (2024), la fiera ha visto la partecipazione di 13.300 operatori professionali, 198 espositori, e oltre 4.000 chef coinvolti in showcooking e corsi. Le prospettive per questa edizione sono alte e gli organizzatori puntano a superare questi numeri, consolidando Gustus come punto di riferimento del Mediterraneo. Giuliana Gargano , exhibition manager di Gustus, ha dichiarato: «Vogliamo consolidare sempre di più Gustus come piattaforma dove le aziende trovano non solo visibilità, ma relazioni reali con ristoratori, catene alberghiere e buyer internazionali». (parafrasi basata su interviste passate) L’11ᵃ edizione di Gustus è molto di più di una fiera: è un hub dell’innovazione agroalimentare, un ponte tra Sud Italia e mercati internazionali, e un palcoscenico per chef e imprese che vogliono crescere in un contesto globale. Con la forte partecipazione istituzionale e l’attenzione alle filiere tradizionali come quella ittica, Gustus 2025 si conferma un evento strategico per lo sviluppo sostenibile e competitivo dell’agroindustria mediterranea.

Chef abruzzese dell’entroterra teatino, Antonella D’Alfonso porta con sé una storia personale e professionale che affonda le radici nella cultura contadina e nella profonda devozione per la terra. Sin da bambina, nella sua famiglia abituata a “fare tutti la propria parte”, le veniva affidato con naturalezza – e grande gioia – il compito della cucina. È lì, tra i prodotti genuini coltivati in casa, che nasce la sua identità di “piccola cuoca”, una passione che non l’ha mai abbandonata e che è diventata il filo conduttore della sua vita. La filosofia culinaria di Antonella prende forma e si rafforza durante gli studi presso l’istituto alberghiero ad indirizzo enogastronomico, dove il contatto con la cucina professionale alimenta e struttura il suo talento naturale. A soli 18 anni entra nel mondo della ristorazione, inaugurando una carriera che oggi supera i 45 anni e che l’ha portata a lavorare in ogni settore del comparto: dalle piccole realtà familiari alle grandi strutture, fino alla gestione in proprio. Spinta da un’instancabile creatività e da un profondo desiderio di divulgazione gastronomica, fonda l’Associazione Culturale Percorsi Gastronomici, con la quale ottiene grande successo nella realizzazione di eventi, catering, progetti di cake design e attività didattiche di alta formazione culinaria. Il suo impegno instancabile e la qualità del suo lavoro vengono riconosciuti ufficialmente nel dicembre 2019 quando, presso la Camera dei deputati a Roma, riceve dalla Federazione Italiana Cuochi l’onorificenza del Collegium Cocorum, uno dei più prestigiosi riconoscimenti alla carriera. Oggi Antonella D’Alfonso è Executive Chef in un hotel a cinque stelle, ruolo che ricopre con la stessa passione con cui da bambina curava i piatti della sua famiglia. La sua cucina rimane saldamente ancorata alla tradizione regionale abruzzese, interpretata come punto di partenza e mai come limite: un patrimonio identitario da rispettare, innovare, e raccontare attraverso nuove armonie di gusto. Il suo stile? Una continua ricerca di prodotti locali d’eccellenza, selezionati con pazienza e dedizione, unita a una creatività che sa osare sempre con misura. Ne è esempio il suo celebre Arrosticino 2.0: un’interpretazione moderna di un grande classico abruzzese, preparato con agnello biologico locale marinato in erbe spontanee di montagna, cotto a bassa temperatura e servito con una riduzione di Montepulciano d’Abruzzo e tartufo nero. Un piatto che, nelle sue parole, “racconta una storia millenaria con un linguaggio contemporaneo”. Antonella D’Alfonso si riconosce pienamente in quel movimento culturale che valorizza la cucina regionale come radice e trampolino verso nuovi orizzonti gastronomici. Con orgoglio, determinazione e una sensibilità unica, continua a costruire un percorso che celebra l’Abruzzo e il suo immenso patrimonio culinario, portando sulla tavola non solo sapori, ma identità, memoria e visione.

La cucina mediterranea incontra l’innovazione: La Gazzetta del Food inaugura la rubrica “Mediterraneo Contemporaneo”, firmata dallo chef napoletano Salvatore Bocchetti, interprete di una gastronomia che sa raccontare storie attraverso sapori autentici e creatività. Originario di Napoli, Bocchetti porta con sé l’esperienza maturata tra hotel di lusso a Milano e Napoli e tra le splendide location della costiera sorrentina, dove ha saputo trasformare ogni piatto in un racconto di tradizione e innovazione. Alla guida della brigata della Tenuta Re Ferdinando, ha reinterpretato la cucina mediterranea con uno sguardo contemporaneo, rendendo ogni menu un’esperienza sensoriale memorabile. Ma la sua influenza va oltre i fornelli. Come consulente culinario, Bocchetti collabora con 42 ristoranti in Europa e nel mondo, portando la sua visione distintiva e il tocco raffinato che lo contraddistingue. Nella rubrica, i lettori avranno accesso a storie, ricette esclusive e i segreti della cucina d’eccellenza, entrando in contatto con il dietro le quinte di una gastronomia che unisce passione, tecnica e creatività. Non solo alta cucina: Bocchetti è anche impegnato in iniziative di solidarietà, dimostrando come la buona cucina possa essere un veicolo di bellezza e responsabilità sociale. Con oltre 11 milioni di lettori all’anno, La Gazzetta del Food invita tutti a seguire questo nuovo percorso culinario, dove la tradizione mediterranea si fonde con la modernità, e ogni piatto diventa un viaggio nel gusto, nell’emozione e nell’arte della tavola.

La Gazzetta del Food dà il benvenuto a Giovanna Cuomo, chef di lungo corso, figlia d’arte e nuova voce del giornale. Classe 1970, la Chef Cuomo è la più piccola di cinque figli e cresce praticamente in cucina, osservando i genitori lavorare con dedizione. Fin da bambina, la passione per la cucina prende forma anche nei giochi: le viene regalato un piccolo forno per imitare i genitori e sperimentare con dolci e ricette. Durante la giovinezza, però, si rende conto che il lavoro in cucina l’avrebbe portata lontana dalla famiglia. Decide così di intraprendere studi psicopedagogici, pur mantenendo viva la passione per il cibo. In questo periodo conosce quello che diventerà suo marito, anch’egli appassionato di cucina e già impegnato nel locale di famiglia, dove apprende preziosi insegnamenti dal suocero. Dopo qualche anno, Giovanna e suo marito aprono un ristorante tutto loro, che gestiranno con successo per 23 anni. Un imprevisto di salute li costringe a rallentare il ritmo frenetico, ma non a fermarsi: nasce così la nuova fase della carriera di Giovanna, dedicata all’avviamento di nuovi locali e al lavoro come personal chef. L’amore per questo lavoro è così contagioso che anche i suoi tre figli hanno scelto di seguire le sue orme nel mondo della cucina. Oltre alla carriera culinaria, Giovanna Cuomo è Presidente dell’AIC Regione Campania , ruolo in cui guida i professionisti del settore e sostiene i giovani talenti attraverso formazione, mentorship e iniziative concrete. La sua filosofia è chiara: “Il vero ristoratore non sta a guardare, ma fa parte del lavoro, pronto a sostenere la squadra in ogni momento”. Con il debutto come nuova penna della Gazzetta del Food, Giovanna Cuomo porta lettori e appassionati alla scoperta di storie, ricette, tradizione e innovazione culinaria, unendo esperienza, passione e leadership… sempre con il cuore e nel DNA.

Catanzaro, 16 novembre 2025 – È iniziata con grande entusiasmo la 5ª edizione del Salone DeGusto, che ieri ha aperto i battenti registrando una notevole affluenza di operatori del settore HO.RE.CA., buyer, produttori e stampa specializzata. La rassegna, ospitata presso la Fiera di Catanzaro, ha confermato sin dalle prime ore il proprio ruolo di punto di riferimento per l’alta qualità agroalimentare italiana. La giornata inaugurale si è aperta con il tradizionale taglio del nastro, seguito dalla tavola rotonda “Buona come il Sud”, momento dedicato alla presentazione ufficiale dell’evento e alla valorizzazione delle eccellenze meridionali. Un confronto che ha sottolineato il forte radicamento territoriale della manifestazione e la sua vocazione a promuovere identità, qualità e innovazione. Subito dopo, l’attenzione si è spostata sull’arena delle competizioni con le selezioni SCA Italy valide per il titolo di Miglior Barista d’Italia 2026, appuntamento che ha richiamato professionisti e appassionati del mondo del caffè. Il programma della giornata è poi proseguito con una serie di appuntamenti dedicati al mondo della cucina e dell’editoria gastronomica: Ore 12 – Cooking show a cura della Federazione Italiana Cuochi Ore 13 – Cooking show Conpait Ore 16 – Presentazione del libro di Antonella Amodio, “Pizza e vino in 100 abbinamenti”, un approfondimento sugli abbinamenti tra lievitati d’autore e vini italiani L’atmosfera si è confermata dinamica e fortemente orientata al confronto professionale, grazie alla presenza di tante aziende di eccellenza e di un pubblico attento alle nuove tendenze dell’agroalimentare. La manifestazione prosegue oggi con nuovi ospiti, degustazioni, incontri e numerosi eventi che arricchiranno ulteriormente il programma. DeGusto 2025 continua a distinguersi come luogo privilegiato dove il cibo incontra le persone e dove il business incontra l’innovazione.

La Gazzetta del Food è lieta di accogliere Chef Antonio Peluso, il re del baccalà , che da oggi firma una rubrica dedicata al mondo del baccalà e alle sue infinite interpretazioni. In esclusiva, Antonio Peluso si racconta: “Ognuno è re nella propria casa” Il suo percorso nasce per caso, lontano dai fornelli: piccolo imprenditore ed ex DJ dell’hinterland casertano, il baccalà lo incontrava solo a Natale. Nel 2015 decide di rilevare un piccolo locale a Marcianise e dà vita alla prima Locanda del Baccalà, scoprendo la complessità e la ricchezza di un ingrediente che diventerà la sua firma. Con studio e dedizione, il progetto cresce: dalla storica Tracklander del ’76, con cui porta il suo cuoppo nei migliori street food campani, alla Boutique del Baccalà, spazio dedicato alla vendita e alla formazione, fino al ricettario “50 sfumature di baccalà”, che include anche il celebre cioccolatino al baccalà, un’esclusiva mondiale. Un percorso fatto di sacrifici, cadute, ripartenze e innovazione continua, che culmina nella nascita del Baccalà Village, il villaggio itinerante che celebra questo prodotto 365 giorni l’anno. “Non siamo chef stellati, ma chef scellati” – afferma Peluso . Una frase che racconta perfettamente la sua autenticità, la creatività e la voglia di rompere gli schemi. La Gazzetta del Food dà ufficialmente il benvenuto a Chef Antonio Peluso. Inizia con lui un viaggio ricco di gusto, identità e nuove sfumature di baccalà.

Il carciofo è senza dubbio uno degli ortaggi miei preferiti. Si può usare in moltissime preparazioni e si può preparare in svariate tipologie: fritto, grigliato, stufato, in padella, sott’olio e molte altre. Ma il mio preferito, da buon veneziano, è senza dubbio quello crudo. Qui di seguito cerchiamo di scoprirlo in tutte le sue sfumature, segreti e caratteristiche. Quante tipologie di carciofo ci sono in Italia? Esistono molte varietà di carciofi, distinte per forma, colore e presenza di spine. Le principali sono: Romanesco (o “mammola”): tondo, grande, senza spine, tenero. Tipico del Lazio. Spinoso Sardo: con spine, sapore deciso, colore verde con riflessi violacei. Violetto di Toscana: medio-piccolo, forma allungata, colore viola. Violetto di Sicilia: precoce, molto diffuso nel Sud Italia. Brindisino: allungato, di colore verde, molto tenero. Paestum IGP: tondo, privo di spine, tenerissimo, coltivato in Campania. Spinoso di Albenga: ligure, aromatico, con spine dorate e gusto intenso. Da cuoco veneziano non posso non fare una parentesi sul nostro carciofo rarissimo da trovare: Il Carciofo Violetto di Sant’Erasmo è una varietà pregiata e tipica della laguna di Venezia, conosciuta per la sua delicatezza. Viene coltivato sull’isola di Sant’Erasmo, nella laguna veneziana. È un prodotto autoctono e simbolo della tradizione locale. La particolarità del terreno sabbioso e salmastro della laguna conferisce al carciofo un gusto unico e introvabile. Le sue caratteristiche Il Violetto di Sant’Erasmo (discendente del Violetto di Chioggia) ha un colore viola scuro con sfumature verdi, una forma allungata e compatta, con spine presenti ma sottili. Il suo cuore è tenerissimo e le foglie dolci, ottime anche da crude. Si raccoglie prima della piena fioritura, quando è ancora giovane e tenero, ed è chiamato “castraùre”, il primo carciofo della pianta. Il raccolto va da aprile a giugno; le “castraùre” si trovano solo per poche settimane, tra fine aprile e inizio maggio. Ottimo crudo in pinzimonio o a fettine sottili con olio e limone; i carpacci di pesce ne esaltano il sapore. Si può gustare anche alla veneziana, in risotto, con polenta morbida o appena fritto. Ricco di cinarina, antiossidanti e sali minerali, favorisce la funzione epatica e la digestione. Basso contenuto calorico. È un prodotto presidio Slow Food. La sua raccolta è ancora manuale, secondo antiche tecniche. Dopo il “castraùro” si sviluppano i “botoli”, carciofi successivi, ugualmente buoni ma più grandi. Ogni anno a Sant’Erasmo si tiene la Festa del Carciofo Violetto (maggio). 2) Stagionalità dei carciofi Il carciofo è una verdura invernale e primaverile, da ottobre a giugno, a seconda della varietà e della zona di coltivazione. Le varietà autunnali (precoci) si trovano da ottobre a dicembre. Le varietà primaverili (tardive) da febbraio ad aprile/maggio. 3) Valori nutrizionali (per 100 g di parte edibile) Calorie: circa 47 kcal Acqua: 84–86 g Proteine: 3 g Carboidrati: 10 g Zuccheri: 1 g Fibre: 5 g Grassi: 0,2 g Sodio: 94 mg Potassio: 370 mg Vitamina C: 11 mg Acido folico, vitamina K, magnesio e ferro in buone quantità 4) A cosa serve Il carciofo è noto per le sue proprietà depurative e digestive: stimola la funzione epatica e la produzione di bile. Aiuta la digestione dei grassi, ha un effetto diuretico e detox e riduce il colesterolo cattivo (LDL). È utile in caso di gonfiore addominale o ritenzione idrica; è depurativo e favorisce la disintossicazione del fegato stimolando la secrezione biliare. Grazie a polifenoli e flavonoidi è un ottimo antiossidante e aiuta a eliminare liquidi in eccesso riducendo il colesterolo totale. Utile nel controllo della glicemia. 5) Curiosità sul carciofo Il nome “carciofo” deriva dall’arabo “al-kharshuf”, poi diventato “artichaut” in francese. Già conosciuto dai romani, ma coltivato intensamente solo nel Rinascimento. Il carciofo crudo si consuma con olio, limone…

CAPACCIO–PAESTUM — Tre giorni, oltre 600 concorrenti da più di 30 Paesi, più di mille pizze sfornate e un’unica corona: quella del nuovo Campione Mondiale Pizza DOC, titolo che per l’undicesima edizione va al napoletano di Francia Giuseppe Cutraro, classe 1988, fondatore del Gruppo Peppe e ormai riferimento assoluto della pizza contemporanea in Europa. Cutraro – otto locali tra Parigi e Lione – ha conquistato il gradino più alto del podio vincendo la categoria Pizza Classica con una creazione solo all’apparenza semplice: provola e pepe, arricchita da un pomodoro San Marzano arrostito e completata da un pomodoro confit in uscita. Un omaggio alla tradizione, interpretato con una mano moderna che ha convinto la giuria. “La pizza mi ha cambiato la vita – ha raccontato emozionato –. A 18 anni vivevo in un basement a New York, e sognavo un giorno così. Porterò avanti la pizza del popolo, quella che unisce tradizione e contemporaneità”. Alle sue spalle, nella classifica assoluta, altri due big partenopei: Vincenzo Abbate, vincitore della categoria Pizza Contemporanea, e Daniele Gagliotta, già campione assoluto 2024, trionfatore quest’anno nella Pizza a Ruota di Carro. Quarto posto per il francese Pierre James Quirin, vincitore della Pizza Margherita DOC e premiato anche come Miglior Pizzaiolo Estero 2025. Un’edizione da record L’undicesimo Pizza DOC World Championship, organizzato dall’Accademia Nazionale Pizza DOC presieduta da Antonio Giaccoli, si è svolto dall’11 al 13 novembre negli spazi del NEXT – ex Tabacchificio di Capaccio–Paestum, con il sostegno del Comune di Capaccio, della Provincia di Salerno, della Regione Campania e della Camera di Commercio di Salerno. “Questa è l’edizione dei record – ha dichiarato Giaccoli –. Oltre 600 concorrenti e un livello tecnico altissimo. È la prova che stiamo valorizzando la figura del pizzaiolo e il Made in Italy”. Protagoniste anche numerose aziende partner del settore – dal Mulino Caputo a Latteria Sorrentina, da Solania a Mecnosud – insieme alle 70 realtà che hanno animato gli spazi dell’Expò DOC. Le categorie e tutti i vincitori Innumerevoli le sfide che hanno animato la tre giorni, dalle classiche alle più innovative. Ecco alcuni dei titoli assegnati: Pizza Classica – 1. Giuseppe Cutraro Pizza Margherita DOC – 1. Pierre James Quirin Pizza Contemporanea – 1. Vincenzo Abbate Pizza a Ruota di Carro – 1. Daniele Gagliotta Pizza in Teglia – 1. Vincenzo Marco Della Rocca Pizza in Pala – 1. Felice Mellone Pinsa Romana – 1. Gianluca Piersanti Pizza senza Glutine – 1. Rosa Anna Citro Pizza Fritta – 1. Isabella De Cham (anche Miglior Pizzaiola DOC 2025) Pizza Gourmet – 1. Giuseppe Cutraro Pizza Romana a Mattarello – 1. Vanessa Savi Pizza Parigina – 1. Fabio Ciano Pizza in Team – 1. Team New Sud Pizza a Due – 1. Tamer Mohamed Ali Brand di Pizzeria – 1. Manuè Ristorante Pizzeria Pizza DOC School – vincitore Istituto “Ancel Keys” Free Style – 1. Francesco Valente Pizza più larga – 1. Susana Sanchez Cruz Pizza più veloce – 1. Alfio Cavallaro Trofeo Panuozzo DOC – 1. Fabio Strazzella Trofeo Pizza e Vino – 1. Cosimo Chiodi Trofeo Pizza e Drink – 1. Michele Friello Pizza DOC Lovers – 1. Antonio Castiello Tra le menzioni speciali, oltre ai già citati Quirin e De Cham, spicca il riconoscimento Pizza DOC Special 2025 attribuito a Giuseppe Cutraro. DOC Talk, workshop e solidarietà A confermare la crescita della manifestazione, anche la ricca programmazione dei DOC Talk, guidati dal divulgatore Luca Fresolone, con ospiti come Luciano Pignataro, Antonella Amodio e chef stellati quali Peppe Guida e Paolo Gramaglia. Non sono mancati incontri dedicati a cause sociali, tra cui progetti rivolti a bambini con disabilità e pizzaioli sordomuti, che hanno dato un valore ulteriore alla kermesse. Verso i Pizza DOC Awards 2025 Si apre ora la corsa alla categoria Pizza DOC Social: tutte le pizze fotografate durante la competizione saranno votabili online dal 20 novembre al 5 dicembre. Il vincitore sarà premiato il 10 dicembre al Teatro Mediterraneo di Napoli durante i Pizza DOC Awards 2025. Cutraro guarda al futur o Per il neo campione mondiale, questo titolo rappresenta un nuovo inizio: “Siamo nel 2025, la pizza deve evolvere senza perdere il legame con il popolo. Continuerò su questa strada, con ancora più energia”. Con una partecipazione internazionale mai vista prima e un livello sempre più alto, il Campionato Mondiale Pizza DOC si conferma una delle competizioni più importanti al mondo per chi vive e crea con la pizza.

Il Trionfo di Giuseppe Cutraro: Campione del Mondo Pizza DOC 2025 Giuseppe Cutraro è il Campione del Mondo Pizza DOC 2025. L'apice dell'Undicesima Edizione del Campionato Mondiale Pizza DOC è culminato questa sera, giovedì 13 novembre 2025, vedendo il pizzaiolo (noto come Peppe) incoronato a Capaccio Paestum. Napoletano verace, originario dei Quartieri Spagnoli, Cutraro rappresenta l'eccellenza italiana che ha conquistato il mondo. La sua carriera è un esempio di successo internazionale: L'Impero Parigino: Cutraro ha costruito la sua fama soprattutto a Parigi, dove è titolare della catena di pizzerie Peppe Pizzeria, che oggi vanta diverse sedi nella Ville Lumière e un locale sugli Champs Elysées. Vincitore Seriale: La vittoria a Paestum non è la prima consacrazione per "Peppe". È già stato Campione del Mondo (vincitore di un altro prestigioso trofeo internazionale nel 2019) e il suo locale è stato eletto Migliore Pizzeria d'Europa per due anni consecutivi (2021 e 2022) secondo la prestigiosa classifica 50 Top Pizza (categoria Europa, Italia esclusa). La Pizza Contemporanea: La sua maestria si concentra sulla Pizza Contemporanea Napoletana, caratterizzata da un impasto ad alta idratazione, leggero e digeribile. La sua vittoria a Paestum è la prova tangibile che la combinazione di talento, disciplina e rispetto per i canoni della tradizione, unita a una visione internazionale, è la chiave per raggiungere l'eccellenza. L'Olimpo della Pizza DOC: Paestum Incorona l'Eccellenza Globale Oltre 500 pizzaioli da 30 nazioni si sono sfidati al NEXT di Capaccio Paestum per il verdetto su Cottura, Aspetto e Gusto. Dall'11 al 13 novembre 2025, il NEXT di Capaccio Paestum è stato il cuore pulsante di un’arte antica e globale. Oltre 500 pizzaioli da 30 nazioni si sono sfidati, incoronando il talento e la tecnica di Cutraro. La Piana dei Templi: Palcoscenico della Maestria Globale La piana di Paestum, custode dei suoi millenari Templi, ha ospitato l'eccellenza culinaria globale per tre giorni. L'Undicesima Edizione del Campionato Mondiale Pizza DOC non è stata un semplice concorso, ma un meticoloso saggio di maestria gestito con una logistica di altissimo livello. La Visione Dinamica: Antonio Giaccoli e le Nuove Frontiere Dietro l'imponente macchina organizzativa, il merito è della guida visionaria del Presidente dell'Accademia Nazionale Pizza DOC, Antonio Giaccoli. È grazie a lui che l'evento è giunto alla sua undicesima edizione, evolvendo costantemente fino a diventare un Festival Internazionale di tre intense giornate. Il Campionato, pur saldamente ancorato alla tradizione, ha dimostrato una straordinaria capacità di guardare al futuro, in particolare con l'introduzione di nuove, stimolanti categorie: la Pizza Lovers, pensata per coinvolgere il pubblico, e soprattutto le sfide sul pairing di alta scuola, come Pizza e Cocktail e Pizza e Vino. Queste categorie hanno elevato la competizione a un vero e proprio laboratorio gastronomico. La Sfida dei Giganti: Oltre 500 Professionisti da 30 Nazion i Il dato che definisce la grandezza di questa edizione è il numero dei partecipanti: oltre cinquecento pizzaioli che si sono alternati con rigore scientifico nelle aree gara, un numero che certifica il Campionato come un evento di massima professionalità internazionale. Gli sfidanti sono giunti da ogni angolo del globo, rappresentando oltre 30 nazioni, tra cui Stati Uniti, Brasile, Francia, Svezia e Corea del Sud. La credibilità e l'imparzialità del giudizio sono state garantite da un panel di esperti di altissimo livello, presieduto dalla giornalista Antonella Amodio . Ogni pizza è stata valutata in base a tre canoni fondamentali e imprescindibili: la Cottura, l'Aspetto e il Gusto. I l Campionato Mondiale Pizza DOC chiude i battenti con un nuovo campione, ma con lo sguardo già rivolto alla dodicesima edizione, in programma nel 2026, confermando Paestum come il punto di riferimento assoluto per il futuro dell'arte bianca globale.

È partita con un successo annunciato la 11ª edizione del Campionato Mondiale Pizza DOC, che si sta svolgendo dall’11 al 13 novembre 2025 presso la struttura NEXT – Nuova Esposizione Ex Tabacchificio a Capaccio Paestum (Salerno). La prima giornata ha offerto grande entusiasmo, con oltre 200 pizzaioli in gara, gustose degustazioni, due workshop formativi e le prime premiazioni della sezione scuola, a testimonianza dell’ampia dimensione educativa e competitiva dell’evento. In particolare, nella gara riservata alla sezione studenti – la Pizza DOC School – sono saliti sul podio: al primo posto l’istituto IIS Ancel Keys di Castelnuovo Cilento; al secondo posto l’IPSAR Ugo Tognazzi di Velletri; al terzo posto l’IIS Piranesi di Capaccio Paestum. Sul palco del Salottino, momento conviviale e di confronto dell’evento, si susseguiranno volti noti del mondo pizza: il presidente della kermesse, Antonio Giaccoli, il padre-pizzaiolo don Antonio Starita, e protagonisti come Filippo Di MBS (MBS), Vincenzo (Latteria Sorrentina), Carlo Fumo (Pizza Girls) con le pizzaiole Jessica Sorrentino e Helga Liberto, e la giornalista/autrice Antonella Amodio. Un momento perfetto per respirare l’atmosfera della manifestazione e raccogliere spunti tecnici, trends e networking. L’organizzazione dell’evento è curata dalla Accademia Nazionale Pizza DOC, che ha reso la manifestazione internazionale: sono infatti iscritti pizzaioli provenienti da più di 30 nazioni. Le categorie in gara sono numerose – professionisti, amatori, scuole – con un regolamento che prevede, tra le altre cose, che il titolo assoluto venga assegnato al concorrente con miglior punteggio in quattro categorie principali. La struttura “NEXT – Ex Tabacchificio” è una location al coperto dotata di zone dedicate alle gare professionali (10 forni tra a legna e elettrici), alle gare amatoriali, a quelli per le scuole, all’area espositiva e al salotto. La Gazzetta del Food seguirà con interesse tutti e tre i giorni di gara, offrendo aggiornamenti quotidiani sui vincitori, sugli approfondimenti del Salottino e sui momenti più significativi. Il campionato prosegue domani con le gare tra i “pizzaioli del futuro”, nuove sfide e un pubblico sempre più appassionato: che vinca il migliore!

Novembre è un mese di transizione: la natura rallenta, i colori si fanno più caldi e le giornate più brevi ci invitano a guardare dentro di noi. È un periodo perfetto per riscoprire il valore della gentilezza, un gesto tanto semplice quanto rivoluzionario. Non a caso, il 13 novembre si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, un invito a scegliere parole e azioni che costruiscano ponti invece di muri. In un mondo spesso affrettato e rumoroso, la gentilezza diventa un atto di coraggio. È rispetto, empatia, ascolto. È dire “grazie”, ma anche “mi dispiace”. È una carezza, un sorriso, un aiuto concreto. E proprio da questo spirito nasce anche la riflessione su un altro tema che novembre ci porta ad affrontare: la lotta contro la violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Non c’è gentilezza senza rispetto, e non c’è rispetto dove c’è violenza. Ogni donna che subisce un abuso, fisico o psicologico, è una ferita aperta nella nostra società. Il rosso, colore simbolo di questa giornata, ci ricorda il sangue versato ma anche la forza, la passione e la rinascita. Un invito a non restare in silenzio, a educare al rispetto, a scegliere relazioni fondate sulla libertà e non sul possesso. Anche la moda e il cibo, due espressioni profondamente umane e quotidiane, possono farsi veicolo di questi valori. La moda gentile è quella che rispetta il corpo, la diversità e l’ambiente. È sostenibile, inclusiva, libera dagli stereotipi. Indossare un capo non è solo una questione estetica, ma un atto di comunicazione: scegliamo cosa raccontare di noi e del mondo che vogliamo. Allo stesso modo, anche il cibo può essere un gesto di cura e consapevolezza. Preparare un pasto, condividere la tavola, scegliere ingredienti locali e di stagione significa rispettare la terra e le persone. È un modo per dire “ti voglio bene” senza parole, un linguaggio universale di attenzione e amore. In questo novembre, lasciamoci quindi ispirare dalla gentilezza in tutte le sue forme: nelle relazioni, nelle scelte, nei gesti quotidiani. Perché solo una società gentile può essere davvero giusta.








